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  • Bolognamania: finisce l'epoca del 'e se giocasse lui?'

    Bolognamania: finisce l'epoca del 'e se giocasse lui?'

    La Coppa Italia, negli ultimi anni, a Bologna è sempre stata vetrina curiosa, interessante, nella quale si mettevano in mostra talenti grezzi in rampa di lancio o elementi di secondo piano poi utili per la prima squadra. Lampante fu il caso di Gaston Ramirez, nell’anno di Alberto Malesani, la cui stella iniziò a brillare dopo un 3-0 di Coppa in quel di Cagliari, poi se seguirono tanti altri fino al Panagiotis Kone di un anno fa a Napoli, che era già titolare ma suggellò con un gran gol dal limite la “campagna del San Paolo” che solo tre giorni prima aveva iniziato con una sforbiciata che rappresenta il gol più bello del 2013. L’anno scorso nell’avventura in Coppa finita ai quarti sul paperone di Agliardi a Milano contro l’Inter a pochi secondi dai calci di rigore, si vide se non altro qualche Primavera e qualcuno, come Pasquato, avanzò la sua timida candidatura, poi respinta. Ma l’occasione, bene o male, in tanti l’hanno sfruttata.

     

    Al Bologna di quest’anno no, non l’ha sfruttata nessuno. E Bologna-Siena è stata sì l’occasione, ma per rimediare un’altra figuraccia di una stagione mediocre e avvilente: i toscani, undicesimi in B e arrivati pure loro con 10/11 di riserve in campo, hanno espugnato il Dall’Ara 2-1, ancora una volta a pochi secondi dai rigori che comunque non avrebbero dato più onore alla prestazione rossoblù. Una partita poco commentabile che per una volta invece di proporre qualcuno ha posto fine all’era del “e se giocasse lui?”. Chi ha un titolare e pensa che qualche riserva possa fare meglio è stato accontentato, con Acquafresca, Della Rocca e Pazienza in cima alla lista dei peggiori in campo ma in abbondante compagnia: si sono salvati in due o tre, in un grigiore micidiale che ha fatto infuriare addirittura Stefano Pioli, tecnico mai particolare prodigo di arrabbiature, specie nelle conferenze del dopopartita. E che invece stavolta non ha fatto nulla per mostrare rabbia e delusione.

    La partita disgraziata contro le seconde linee del Siena ha messo anche in chiaro quale sia il valore delle riserve di cui dispone Pioli: un disastro tecnico che forse era evidente a pochi e che il campo ha esplicitato molto chiaramente. Tra sopravvalutati, sfiduciati e irrecuperabili, il risultato è stato davanti agli occhi di tutti. E con esso, l’evidenza di un lavoro tecnico svolto nell’allestimento di questa squadra ampiamente insufficiente. Fortunatamente Pioli (che deve lavorare però molto sulla condizione fisica, parsa davvero scadente nelle ultime uscite) ha trovato una simil-quadra del cerchio per limitare i danni, cosa che difficilmente potrà accadere con Juventus e Fiorentina. Poi a gennaio servirebbero acquisti, certo. Se parlassimo di una società che sa fare calcio, però

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