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  • Bonucci pulito:| 'Temo più il Napoli che l'Inter'

    Bonucci pulito:| 'Temo più il Napoli che l'Inter'

    Leonardo Bonucci, è scattato l’allarme in casa Juve?
    «Esagerato».

    È quindi sbagliato parlare di prima crisi della gestione Conte?
    «È semplicemente ridicolo parlare di crisi».

    Beh, la sconfitta di Milano...
    «Un episodio. Il Chelsea ci ha svuotati. Siamo mancati in rabbia e fame. Ma il Milan non ci ha dominati. La sconfitta è già dietro le spalle».

    La Champions può essere un problema per il campionato? Paga di più il fisico o la testa?
    «Abbiamo pagato un minimo di inesperienza nel gestire il doppio impegno, soprattutto quando di mezzo c’è una gara importante come quella contro i campioni d’Europa. Ripeto, questione di adrenalina, fame e rabbia. Quella che non deve mai mancare in una grande squadra come la Juve. Domenica scorsa nessuno è stato da Juve. Certi cali di cattiveria non sono ammessi. Va capito in fretta, faremo tesoro di questa esperienza, e non ci troverete più impreparati. Sicuro».


    Non sia diplomatico, Inter o Napoli? Chi è la vera anti-Juve?
    «Dico Napoli. È più consolidato, mentre l’Inter sembra in continua evoluzione. Il gruppo di Mazzarri lavora insieme da anni, è affiatato e solido, ha punti di riferimento ben preci-
    si. Lo dimostrano anche certe vittorie ottenute magari senza giocare al massimo, su campi difficili, complicati».

    Il Napoli in scia, il derby alle porte, poi la gara senza ritorno contro lo Shakhtar: è il primo momentodella verità della gestione Conte?
    «Dentro o fuori. E’ il periodo più importante e stimolante da quando è arrivato il mister».

    E questa Juve è pronta?
    «Siamo pronti, e non falliremo. Al di là dei giocatori, in certi momenti è l’ambiente a fare la differenza, e qui è la normalità gestire le pressioni peggiori. Stadio, tifo e una società che c’è, forte. La sentiamo. Senza dimenticare che come guida tecnica abbiamo una sicurezza, in tutti i sensi. Conte è un martello».

    E allora un passo alla volta: torna il derby con il Torino.
    «Più si avvicina e più si comincia ad avvertire l’attesa anche della nostra gente. Sì, in generale è forse più intensa per i granata l’attesa, lo juventino è abituato all’alta classifica, ad altre sfide. Oltretutto, loro sono stati a lungo in B in questi anni. In ogni modo, occhio. Il Toro è sicuramente di un livello inferiore, ma saranno guai se non lo tratteremo da grande squadra».

    Bisogna fare a attenzione a...
    «A Ventura, è lui il pericolo numero uno del Torino. Gli devo tantissimo. Mi volle a Pisa, e mi mise in campo due giorni dopo che ero arrivato da Treviso. Poi, la splendida avventura insieme a Bari. Mi ha migliorato come giocatore e come uomo. Gli voglio davvero bene, ma sabato per 90’ sarà solo un avversario».

    Non è troppo spericolato il 4-2-4 contro questa Juve?
    «Le squadre di Ventura giocano con quattro punte vere, due centrali e due esterne. Però, la fase difensiva è ben curata. In sei sono fissi, mauna volta persa palla rientrano tutti rapidamente. Le difese di Ventura non sono così semplici da perforare. Merito anche del lavoro specifico, dietro, di Sullo, il vice di Ventura. Sasà è meticoloso, preparato, attento, oltre ad essere una bravissima persona».

    In cosa l’ha migliorata invece Antonio Conte?
    «A livello di fiducia in me stesso, di cattiveria, di attenzione. Prima ero un po’ narciso, ora ho guadagnato in praticità. Il mister mi martella, mi vuole sempre sul pezzo, collegato, concentrato. Ma ancora devo crescere nell’uno contro uno».

    Lei è il giocatore più utilizzato in assoluto da Conte. Pensa che questo sia l’anno della consacrazione personale?
    «La sento forte la fiducia del mister, è importante. Sì, in un certo senso credo di essere maturato molto e di aver dimostrato di meritare la Juve. Io qui ci voglio restare a lungo, e punto a essere ricordato come un vincente».

    Inamovibile nella Juve, meno in azzurro, dove la linea a quattro sembra penalizzarla a favore di Barzagli e Chiellini.
    «In mezzo, a tre, mi trovo bene, ma non dimenticatevi che in carriera ho sempre giocato a quattro, anche all’ultimo Europeo dove proprio la critica mi ha elogiato, quindi...».

    Quindi?
    «Quindi rispetto ogni decisione dei miei mister, a loro darò sempre il massimo sul campo, ma in giro non si dica che ho problemi in una linea a quattro, perché è falso».

    E l’Italia in generale ha problemi in difesa?
    «Di certo non ci sono i Nesta, i Maldini e i Cannavaro, quelli erano irraggiungibili. Comunque, non siamo messi così male. A parte noi juventini, penso a Ogbonna, Astori, Bocchetti, Ranocchia e anche Romagnoli del Pescara, davvero bravo».

    Che Italia sta crescendo in previsione Brasile 2014?
    «Una bella Nazionale, fidatevi. Prandelli sta facendo un lavoro importante, ha costruito un gruppo splendido e piano piano sta inserendo parecchi giovani interessanti».

    E forse questo campionato in crisi economica farà la fortuna proprio di Prandelli.
    «Si investe di più sui giovani, che possono arrivare velocemente in prima squadra, anche nei grandi club».

    Si riferisce per esempio a El Shaarawy e De Sciglio?
    «Anche. È un po’ la mia esperienza. Quando giochi da protagonista in un grande club, maturi in fretta. Un tempo i ragazzi andavano a maturare in provincia, masono le pressioni che fanno la differenza. Se le reggi in squadre comeJuve, Inter e Milan, poi sei in grado di affrontare chiunque».

    Capitolo scommessopoli. Lei ha rifiutato il patteggiamento anche di fronte al rischio di chiudere di fatto la carriera.
    «Qualcuno mi ha dato dell’incosciente. Ma ero totalmente innocente, quindi sicuro di uscirne pulito. Non esisteva patteggiare».
     


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