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  • Borioni: Allegri, Marotta e Agnelli: alla Juve tutti finiscono sotto esame

    Borioni: Allegri, Marotta e Agnelli: alla Juve tutti finiscono sotto esame

    Ogni crisi tecnica lascia supporre una crisi societaria. Ogni errore in campo nasce un po' da altri errori commessi da dietro una scrivania. Neppure la Juve reduce da quattro scudetti e da una finale di Champions League sfugge alla regola. Fino a ieri, tutti bravissimi: risultati record e scelte azzeccate. Oggi tutto sbagliato, e tutti sotto accusa.

    A quota -11 dalla vetta, il rischio di non fare più in tempo a raddrizzare la classifica diventa reale. Se lo scudetto rappresenta un discorso già praticamente chiuso (specie per la concorrenza di ben quattro squadre lanciate verso quell’obiettivo), anche la qualificazione alla prossima Champions appare adesso problematica. Questo però è un rischio che la Juventus non può permettersi di correre. Restare a digiuno d’Europa significherebbe dover rivedere pesantemente i conti al ribasso, l’aggancio minimo all’Europa League non sarebbe una medicina abbastanza efficace.

    E non solo. Quel che è peggio, è che una rifondazione (inevitabile dopo i grandi fallimenti, temeraria dopo i grandi successi) c’è già stata. Per assurdo, un presunto punto di forza ipotizzato dalla dirigenza (“aver ringiovanito subito la rosa con nuovi talenti ci garantirà successi anche in futuro”) rischia di trasformarsi nel problema principale. Perché in attesa di riscontri dal futuro, il presente non è affatto in linea con il recente passato e può influenzare proprio i risultati di domani. Se così fosse, gli errori dalla scrivania diventerebbero più evidenti di quelli in campo. È stato davvero corretto girare pagina così bruscamente, senza di fatto sostituire tre leader (in campo e nello spogliatoio)? È stato giusto, dopo una campagna acquisti schizofrenica, improvvisare su due piedi alcune mosse altrimenti fondamentali come, ad esempio, l’assegnazione “forzata” della maglia numero 10 a Paul Pogba? I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

    Se l’ultima rifondazione ha evidenziato troppi scricchiolii, diventa difficile immaginare che cosa accadrà, la prossima estate, alla luce di un’eventuale classifica deficitaria. Le voci che girano fanno intuire che potrebbe arrivare un altro scossone. I prodromi li abbiamo già intravisti o sentiti. Le prime pressioni della proprietà sono arrivate a proposito delle spese impreviste (l’uscita dell’ex direttore marketing Francesco Calvo) e in caso di altri segnali in rosso condurrebbero a decisioni nette: tutti sotto esame, da Marotta allo stesso Agnelli. E ovviamente Allegri: non nell’immediato perché non è nello stile bianconero. Ma la situazione evolve. Il cammino in Champions, iniziato bene, rappresenta certo una possibile valvola di sfogo, però sappiamo quanto sia legato a variabili imprevedibili. Pressioni su pressioni. Il conto alla rovescia è scattato. La fiducia – per tutti - è a tempo, legata inevitabilmente ai risultati. Non sarebbero queste le condizioni ideali per gestire una Juventus molto, troppo rinnovata e ancora in fase di crescita. Ma è la realtà. Che comprende scelte demodé come il ritiro punitivo pre-derby. A proposito: la gara giusta per quell’assunzione di responsabilità predicata da Allegri e Buffon. 

    Luca Borioni

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