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  • Borioni: Giovinco da sogno. Vi manca?

    Borioni: Giovinco da sogno. Vi manca?

    Sebastian Giovinco miglior realizzatore e assist man della MLS. Fenomeno del campionato americano, Re di Toronto, leader degli italiani a stelle e strisce. Sono titoli sufficienti a scalfire i pregiudizi tutti italiani sul conto del piccolo fenomeno ex Juve? 

    L’obiezione immediata è quella che tende a minimizzare il reale valore tecnico del torneo nordamericano, che sarà pure frequentato da alcuni campioni ma che, al tempo stesso permette a quegli stessi campioni di fare in campo tutto ciò che vogliono: ad esempio a Drogba di infilare, di tacco, due gol in fotocopia nella stessa partita (tra l’altro proprio contro il Toronto di Giovinco). D’accordo, per certi versi si potrebbe pensare alla MLS come a una nostra serie D giocata però in stadi superbi e nel contesto di un’organizzazione sontuosa. Qualsiasi dopolavorista dotato di buoni piedi troverebbe le sue soddisfazioni. Ma va anche detto che non tutti i campioni trovano qui una piena affermazione, non è tutto così scontato. Per meglio capire, prendiamo la specialità dei calci di punizione: Giovinco in questo campo eccelle, così come Pirlo. E dalla serie A dalla serie D, bisogna saperle tirare. Eppure il Maestro non è ancora riuscito, con il suo New York City (scombinato finché di vuole ma pur sempre dotato di gente tipo Lampard e David Villa) a lasciare il segno con le sue prodezze così come invece ha saputo fare la Formica Atomica a Toronto.


    Giovinco è stato bravo, bravissimo, ad adattarsi in fretta al calcio d’oltreoceano, a riversare nel nuovo contesto le motivazioni migliori, ad affermarsi facendo valere doti tecniche (e velocità) sicuramente superiori alla norma approfittando - perché no – anche della fluidità del gioco americano e della minor fisicità di quelle difese. 

    E allora torniamo al punto di partenza. Giovinco in serie A avrebbe avuto pari opportunità? Conte alla Juve gliele aveva concesse e sta facendo altrettanto alla guida della Nazionale, in mezzo a una generale diffidienza. 

    Tutto questo per dire: il piccolo/grande talento di Giovinco è un patrimonio del calcio italiano. La sua parabola professionale conferma che le nostre pressioni a volte penalizzano più del lecito l’espressione e l’affermazione dei giocatori in crescita; che il livello medi del nostro calcio resta alto; che quindi dovremmo credere un po’ di più nelle nostre risorse. Una storia vecchia, o no?

    Luca Borioni
     


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