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  • Branchini: 'Basta casi Witsel. Mercato da rivoluzionare: 2 jolly per ogni club'
Branchini: 'Basta casi Witsel. Mercato da rivoluzionare: 2 jolly per ogni club'

Branchini: 'Basta casi Witsel. Mercato da rivoluzionare: 2 jolly per ogni club'

  • Stefano Agresti
Nel mondo del calcio, da un po’ di tempo, si discute sulle date del mercato. E’ nato un movimento d’opinione che ritiene sbagliate le modalità delle due finestre aperte per le trattative, in particolare quella estiva. Mino Raiola, la scorsa settimana, ha proposto di spostare il periodo in modo traumatico, lasciando spazio per gli affari dal 1° aprile al 1° luglio. Giovanni Branchini, agente storico, al centro di alcuni degli affari più clamorosi nella storia del calciomercato (uno per tutti: Ronaldo all’Inter), ha un’idea precisa in merito, anche questa decisamente innovativa.
​Branchini, cosa pensa della possibilità di cambiare le date del calciomercato?
“Sarebbe una scelta di buon senso. Tutti coloro con i quali discuto - presidenti, calciatori, allenatori, agenti - sostengono che il mercato adesso sia troppo lungo e, in particolare, che le date siano sbagliate”.

Perché?
“Spesso sento parlare di progetto, di programma da parte di una società. Ma queste date complicano moltissimo qualsiasi progetto, qualsiasi programma. E pensate a quanti problemi ha un allenatore che deve costruire una squadra: se ad agosto lascia fuori in due amichevoli un calciatore, questo chiama l’agente e gli chiede di trovargli un’altra collocazione. Invece, con il mercato già chiuso, il giocatore dovrebbe rimboccarsi le maniche e lottare per trovare spazio: il meccanismo sarebbe decisamente più virtuoso”.

Come cambierebbe le date di apertura delle trattative?
“Il regolamento della Fifa prevede che le varie federazioni comunichino le date dei due periodi di mercato. Il primo, lungo non più di dodici settimane, deve iniziare al termine della stagione e, normalmente, deve chiudersi prima che si apra la successiva. In quel ‘normalmente’ c’è tutta l’approssimazione del nostro mondo. Cosa significa? Niente: infatti quel limite non viene rispettato e le trattative si chiudono a campionati avviatissimi. E non bisogna sottovalutare che il mercato, anche se si apre ufficialmente il 1° luglio, in realtà è già nel vivo da maggio, al massimo da giugno. Il secondo periodo, quello invernale, può durare fino a quattro settimane”.

Ma le date nei vari paesi sono le stesse, compresi gli orari di chiusura, benché le scelte siano indipendenti.
“Questo accade da quando esiste l’Eca, l’associazione che comprende i più grandi club d’Europa: i cinque principali paesi del calcio internazionale - Italia, Spagna, Inghilterra, Germania e Francia - seguono una stessa logica e concordano le date. Niente potrebbe impedire alla Figc di cambiare, però”.

Non ci ha ancora detto quando aprirebbe e chiuderebbe il mercato.
“Semplice: lo aprirei il giorno successivo alla fine dell’attività, quindi già a maggio, e lo chiuderei a fine luglio. In questo modo gli allenatori potrebbero lavorare tranquillamente, con un organico chiaro e definito, fin dall’inizio della preparazione, e non dovrebbero rivedere tutto in corsa durante il mese di agosto e addirittura nelle ultime ore di trattative. E potete essere certi che non ci sarebbe un altro caso Witsel, cioè il caso di un calciatore che non viene acquistato perché mancano i tempi tecnici”.

E perché no? In fin dei conti, si potrebbe ripetere a fine luglio quello che è accaduto lo scorso 31 agosto tra Juve e Zenit…
“Non credo, perché la tentazione di giocarsi tutto all’ultimo minuto su una trattativa complicata sarebbe molto, ma molto meno forte. Chiariamo: non rimprovero nulla alla Juve, che è una tra le società migliori e più organizzate d’Europa, un modello anche per il modo in cui conduce il mercato. Insomma, stiamo parlando di un club al di sopra di ogni sospetto, capacissimo di programmare le proprie mosse. Ma, quando il mercato chiudeva il 15 luglio, non ricordo un’altra vicenda paragonabile a quella di Witsel. Pensate che nel ’91, ad esempio, il mercato rimase aperto soltanto da 1° al 12 luglio e dal 1° al 12 novembre: le trattative venivano concentrate in quel periodo”.

I suoi possono sembrare pensieri un po’ - come dire? - nostalgici.
“Nient’affatto: non sono proprio un nostalgico, anzi sono aperto a qualsiasi cambiamento che può portare positività. Solo che una variazione di questo tipo - ne sono convinto - farebbe del bene a tutti: club, allenatori, calciatori”.

E allora perché le date non vengono cambiate?
“Perché ci sono sette o otto club, più ricchi degli altri, i quali vogliono tenersi aperta la possibilità di rafforzarsi fino al 31 agosto. Ma io avrei una soluzione anche per loro”.

Quale sarebbe?
“Lascerei due jolly per ogni società, cioè la possibilità di acquistare due calciatori anche fuori dalle date del mercato. Si potrebbe fare in caso di qualificazione alla Champions, di un grave infortunio, della necessità di rafforzare un reparto in clamorosa difficoltà. Due jolly che potrebbero essere sfruttati da agosto fino anche al 31 marzo”.

Insomma, Branchini, lei sta con Raiola: mercato più corto, a tutti i costi.
“Mi ha fatto piacere ascoltare le dichiarazioni di Mino a RaiSport1, è un agente esperto e molto sveglio, senza peli sulla lingua. Del resto lui insultava Blatter già anni fa, mentre io continuavo a cercare di parlare con gli avvocati della Fifa per sistemare i regolamenti: aveva ragione lui, aveva capito tutto in anticipo, era inutile sprecare tempo. E ora siamo d’accordo su questo aspetto del mercato: non si può andare avanti così”.

@steagresti
 

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