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  • Brescia, ecco Calori:| L'identikit del nuovo tecnico

    Brescia, ecco Calori:| L'identikit del nuovo tecnico

    • F.P.

    Alessandro Calori è di Santa Firmina, il sobborgo di Arezzo dove è nato il 9 agosto 1966. E anche la prima società è legato a un santo, il San Domenico, che porta il nome del religioso spagnolo fondatore dei frati predicatori. Scoperto da Durante Duranti, talent scout toscano. La sua carriera di calciatore professionista è fatta di ben 550 partite tra i professionisti (63 col Brescia di Carletto Mazzone, dal 2000 al 2002, ai tempi di Roby Baggio, Hubner, Toni, Diana, Tare, Filippo Galli, Guardiola, i gemelli Filippini). Le maglie vestite, oltre a quella biancazzurra: Montevarchi, Pisa, Udinese, Perugia (suo il gol all'ultima giornata in Perugia-Juventus che tolse lo scudetto ai bianconeri e lo diede alla Lazio) e Venezia, del quale nel 2003-04 Calori diventa team manager e poi vice dell'allenatore uruguayano Julio César Ribas. Nel 2005-2006 guida la Triestina in serie B con Adriano Buffoni, non essendo ancora in possesso del patentino di seconda, ma rimane solo quattro giornate. Dopo la prima sconfitta in campionato, l'estemporaneo presidente Flaviano Tonellotto esonera entrambi.

    L'anno successivo va ad allenare la Sambenedettese in C1, ma anche lì resta appena cinque gare. Ingaggiato dai fratelli Tormenti, successivamente arrestati per associazione a delinquere (false fatturazioni con un danno all'erario di 77 milioni di euro), per dare vita a una delle tante illusorie 'rinascite' dei rossoblù, Calori lascia l'incarico dopo un pesante 1-5 subito a Salerno. La squadra è nuova, e piena di giovani. Servirebbe un po' di pazienza, come in seguito dimostreranno i buoni risultati ottenuti dal successore Guido Ugolotti. Nel marzo 2008 Calori sostituisce Guido Carboni sulla panchina dell'Avellino, in serie B, con l'obiettivo di raggiungere la salvezza. Parte bene (esordio vittorioso sul Rimini), ma l'impresa è impossibile: alla penultima giornata gli irpini retrocedono. Il 9 febbraio 2009 la famiglia Mio lo chiama a Portogruaro, al posto di Manuele Domenicali, nel tentativo di rianimare la matricola. Calori inverte la rotta, e conserva la categoria (C1).

    L'anno dopo viene confermato, e parte bene, lanciando molti ragazzi. L'obiettivo è di vivere una stagione senza patemi. Nonostante la presenza di rivali blasonate come il Verona del trenzanese Gianmarco Remondina, attualmente sulla panchina della Feralpi Salò, che arriva ad avere un vantaggio di 7 punti, il Pescara di Eusebio Di Francesco, la Reggiana di Loris Dominissini e il Rimini di Mauro Melotti, la squadra continua a crescere, e tiene botta, rimescolando le carte. All'ultima giornata il calendario propone lo scontro diretto al 'Bentegodi'. In caso di pareggio, il Pescara, impegnato a Marcianise, salirebbe in B, sorpassando entrambe.

    Ma il Portogruaro compie il miracolo. All'85' il possente centravanti Riccardo Bocalon, un veneziano appena uscito dalla Primavera dell'Inter, segna il gol della vittoria, che consente a una cittadina di 25mila abitanti di conquistare una storica promozione tra i cadetti, e provoca il licenziamento di Remondina. Per la prima (e, finora, unica) volta Calori resta sulla stessa panchina un campionato intero. Il suo vice è Alberto Maresi, quest'anno a Brescia con Beppe Scienza. Ma Calori lascia il Portogruaro e accetta le offerte del Padova in serie B. Le cose però non vanno bene, e il 15 marzo '11, dopo una bruciante sconfitta a Cittadella (1-3); il presidente Marcello Cestaro lo sostituisce col tecnico della Primavera, Alessandro Dal Canto, che porta i veneti ai play-off.

    (Bresciaoggi)

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