Detto che stasera i risultati possibili sono soltanto due, entrambi avranno il loro aspetto positivo. È il bello e al tempo stesso il brutto della Coppa Italia, manifestazione che in Italia non riesce a decollare, snobbata da grandi e piccine. Almeno fino a maggio, quando invece il trofeo permette di salvare la stagione o magari di completare el triplete.

Ma adesso siamo a fine novembre e sia Catania sia Brescia hanno ben altro per la testa. In particolare la squadra di Iachini, malinconicamente penultima in campionato, dove non vince da nove partite nel corso delle quali ha incassato ben sette sconfitte. Un andamento che non ha riscontri nella storia del Brescia in serie A se non nella fin troppo citata stagione 1994 /95. Prima e dopo non era mai successo, nemmeno nelle altre (numerose) annate che si sono concluse con la retrocessione.

La classifica, nonostante la rottura prolungata, non è affatto compromessa. Per il Brescia come per altre ultime della classe. E tutti sappiamo che basterebbero due vittorie nelle prossime tre gare per uscire, magari anche trionfalmente, dalla zona retrocessione. Poiché la prossima avversaria, in casa, è l'altalenante Genoa, sperare di (ri)cominciare è quindi ragionevole.

Prima però c'è l'impegno di stasera a Catania, che il Brescia affronta schierando inizialmente tutti coloro che finora hanno giocato poco. A partire ai difensori centrali Zoboli e De Maio per arrivare al tridente offensivo formato da Taddei, Possanzini e Feczesin.