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  • Brescia:| La Scienza del centrocampo

    Brescia:| La Scienza del centrocampo

    • F.P

    Il boom del Brescia è questione di Scienza esatta. Un film che sbanca i botteghini ovunque, da Mompiano a Castellammare. Il divertimento è assicurato, la varietà regna sovrana anche perché, come in certe pellicole 'cult' anni '70, i registi coinvolti nel progetto sono più d'uno. Alessandro Budel ci mette l'esperienza, Bartosz Salamon e Fabrizio Paghera la freschezza. Ingredienti diversi per un mix risultato, finora, irresistibile, per la gioia del produttore che è uno, di nome fa Beppe (come Iachini, tecnico dell'ultima promozione in A) e promette Scienza fin dal cognome.

    Non c'è un Brescia-tipo a centrocampo, eppure a centrocampo il Brescia trova la sua fisionomia più compiuta. In questo paradosso sta l'abilità dell'allenatore di Domodossola: cambiare in corsa quando si viaggia controvento. La lezione di Scienza è tutta nella variazione di sabato a Castellammare. In campo, nel primo tempo, era sceso il trio Vass-Budel-El Kaddouri: una linea mediana promossa dalla sfida vinta con l'Empoli. Ma la Juve Stabia era riuscita a far inceppare i meccanismi biancazzurri. Budel marcato a uomo, El Kaddouri inoffensivo, Brescia ridotto ai minimi termini.

    Così Scienza ha cambiato una pedina e la disposizione in mezzo: fuori El Kaddouri, che ha qualità sopra la media ma al 'Menti' era evaporato in fretta, dentro Salamon a catturar palloni col suo fisico da cestista, di testa o di piede, nel cuore del gioco. Vass e Salamon, insieme a Budel, sono più che un'alternativa al centrocampo schierato dal primo minuto a Castellammare. Il Brescia ha dimostrato di saper prescindere anche dall'ex play del Torino: contro il Vicenza era squalificato, c'era El Kaddouri e l'età media in mezzo era under 21, ma si è vinto facile. Certo Budel è il più titolare di tutti: un leader, per curriculum e capacità, in una squadra giovanissima.

    Ma la personalità non fa difetto nemmeno a Paghera, regista della prima partita ufficiale vinta in coppa Italia contro L'Aquila: un rotondo 5-0 orchestrato dal '91 che Iachini lanciò nella mischia due anni fa. Soluzione plausibile, con un altro macinatore di chilometri come Vass o con mezze ali dai piedi buoni come Budel ed El Kaddouri ai fianchi. Può, in un Brescia così strutturato, rientrare in regia Nicolas Cordova? La società è stata chiara: i playmaker devono essere giovani (strategia di mercato: bisogna valorizzare e vendere i ragazzi di talento). Ma il centrocampo è una torta a più strati: il cileno (da trequartista, o da mezz'ala) potrebbe essere la ciliegina sulla torta. Se solo lo volesse.

    (Bresciaoggi)

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