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  • Il Brescia è salvo:| Ora si punta ai play-off

    Il Brescia è salvo:| Ora si punta ai play-off

    • F.P.

    Dieci giornate per un'altra storia. Dieci giornate, le ultime, con cinque scontri diretti. E altri tre con avversarie in lotta per la salvezza. Il Brescia è atteso da uno sprint mozzafiato. In palio, ora che la salvezza è acquisita, c'è un posto nei play-off. Ma attenzione. Non bisogna dimenticare gli obiettivi di partenza: abbattimento del debito attraverso un taglio radicale dei costi, la salvezza economica come priorità, poi quella sul campo, ostriche e champagne se arriva all'ultimo minuto dell'ultimo turno. Adesso, a prescindere dal risultato del Padova, che occupa il sesto posto (l'ultimo utile per centrare i play-off) e precede i biancazzurri di un punto, nel posticipo di questa sera a Vicenza, bisogna solo sperare che la rincorsa continui. E farsene una ragione, sempre tenendo conto della situazione (precaria) di partenza, se l'obiettivo degli spareggi non verrà centrato.

    Le prossime tre giornate diranno molto, se non tutto, sul buon diritto del Brescia ad aspirare a un posto nei play-off. Lunedì sera c'è il posticipo di Reggio Calabria, contro la Reggina rimasta a quota 46 dopo il tonfo di sabato a Varese. Quattro giorni e il venerdì santo, a Mompiano, ecco la partita che tutti i tifosi biancazzurri non vogliono perdere: la sfida con il Verona, quarto in classifica con 60 punti, ancora in lotta per la promozione diretta, strasicuro dei play-off. E sabato 14 aprile il viaggio a Marassi, in casa della Sampdoria che Beppe Iachini sta cercando di riportare tra i grandi. Tre partite da non fallire. Ma il successivo tris non è dei più semplici. Il 21 la trasferta ad Ascoli, campo notoriamente avaro di soddisfazioni e contro una squadra che, nonostante i 7 punti di penalizzazione, è in corsa per la salvezza diretta; il 28 al 'Rigamonti' arriva il Sassuolo, seconda forza del campionato insieme al Pescara; il primo maggio il viaggio più breve del campionato, a Bergamo con il pericolante Albinoleffe.

    Altro che finali, dunque. Ma il 2-1 di sabato al Grosseto ha accresciuto sensibilmente la convinzione dello spogliatoio di rendere memorabile una stagione partita con un ambiente sull'orlo della depressione, non solo finanziaria. Al di là delle dichiarazioni pubbliche, c'è una nuova consapevolezza nella squadra. Aver rimontato e superato un avversario rognosissimo, cattivo, fisicamente più prestante è sentito come una possibile svolta della stagione. Una convinzione che prescinde dal risultato di stasera del Padova. I tre punti contro il Grosseto valgono soprattutto per lo spirito con cui sono stati strappati. Uno spirito da battaglia, unito a una capacità di soffire che negli anni scorsi spesso è mancata, nonostante rose dal tasso tecnico più elevato. Uno spirito che ha esaltato il collettivo pur in una delle giornate meno propizie, sul piano puramente estatico, della gestione Calori.

    Ma di fronte ai numeri dell'allenatore toscano d'origine e friulano d'adozione, tutto passa in secondo piano. Restano i punti, la classifica che sorride, il morale a mille, l'autostima che cresce e fa trovare energie inaspettate in un periodo in cui è inevitabile, con il trascorrere delle giornate e il progressivo rialzo delle temperature, le forze vengono meno. Partire con l'obiettivo-salvezza e averlo centrato a 10 giornate dalla fine; un'impresa non da poco. Alzi la mano chi, all'inizio del ritiro estivo a Temù, avrebbe scommesso su un simile risultato: rendere memorabile una stagione partita con premesse tutt'altro che rosee, con la squadra smantellata, un gruppo di giovani di belle speranze messi a disposizione di un allenatore debuttante tra i cadetti, una situazione economica da profondo rosso dopo i cinque anni di rincorsa alla promozione e una retrocessione immediata costata uno sproposito in ingaggi di finti campioni e di ronzini dal passato glorioso.

    (Bresciaoggi)

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