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  • Cagliari, Cellino sfida il giudice: oggi la sentenza

    Cagliari, Cellino sfida il giudice: oggi la sentenza

    Il gip lo scarcera, ma lui si oppone: "Esco da innocente". Revocati i domiciliari per il patron del Cagliari, che aspetta la Cassazione. Oggi la sentenza.
    Cellino sfida il giudice.
    Tutti liberi. Anzi, no: Massimo Cellino non lascia gli arresti domiciliari. La sorpresa, nell'ennesima puntata che ruota attorno all'inchiesta sull'Is Arenas Stadium, arriva a mezza sera. Ieri, il gip Giampaolo Casula, accolte le richieste del pm Enrico Lussu, ha revocato i domiciliari per il presidente del Cagliari, il sindaco e l'assessore del comune di Quartu, Mauro Contini e Stefano Lilliu. Il provvedimento è inaspettato. Infatti, giunge alla vigilia del ricorso in Cassazione presentato dagli avvocati del patron rossoblù e dell'assessore Lilliu. La decisione della Cassazione — sulla legittimità degli arresti stessi — è attesa per oggi. Il numero uno del Cagliari ha ribadito: «Non ho fatto nulla, voglio uscire da uomo libero».

    La revoca dei domiciliari per Cellino, Contini e Lilliu è arrivata ieri intorno alle 11. L'iniziativa della Procura della Repubblica di Cagliari, che cura l'inchiesta sulla realizzazione dello stadio di Is Arenas a Quartu, fa capo al «venir meno dei motivi che rendevano necessaria la misura cautelare» per patron, sindaco e assessore, finiti il 14 febbraio in carcere, e dopo una decina di giorni ai domiciliari, con l'accusa di falso e peculato. Il gip scrive: «Avranno l'obbligo di presentarsi il martedì e il venerdì alla Polizia giudiziaria». Le motivazioni sono connesse alla fine delle indagini della polizia e degli agenti del Corpo forestale sulla realizzazione dello stadio Is Arenas a Quartu. Dunque, per il gip è «difficile l'inquinamento probatorio da parte dei tre indagati», specie per i due amministratori comunali. Per Contini e Lilliu, il pm Lussu, 15 giorni fa, aveva dato parere negativo alla richiesta di scarcerazione.

    Il colpo di scena «Il presidente Cellino — scrive su facebook il portavoce del Cagliari, Ivan Paone — rifiuta la revoca dei domiciliari e resta agli arresti nel suo appartamento al centro sportivo di Assemini in attesa della decisione della Cassazione che si pronuncerà sulla validità della custodia cautelare. Il presidente non ha chiesto al gip alcuna attenuazione delle misure cautelari e si affida alla decisione della Suprema Corte». Un break mica male. Anche perché la Cassazione — sulla scorta di quel che ha deciso a marzo sul dirigente comunale di Quartu, Andrea Masala (arrestato nel novembre 2012), ribaltando la decisione del Tribunale del riesame — potrebbe seguire la stessa strada per il patron. Intanto bocche cucite dai legali di Cellino. «Siamo sub iudice. Domani (oggi, ndr) — dice Giovanni Cocco, avvocato del patron con Giorgio Altieri e Giuseppe Accardi — si discute il nostro ricorso in Cassazione che riguarda l'assenza dei gravi indizi oltre all'assenza di qualsiasi esigenza cautelare nei confronti del nostro assistito».

    «Uscire? Non mi muovo da qui. Dopo la sentenza della Cassazione, ne riparliamo», dice Cellino agli amici. Il presidente rossoblù — che 20 giorni fa si è avvalso della facoltà di non rispondere al pm Lussu — non molla. Intanto, l'Enac ha avviato la procedura di esproprio per le aree private, tra cui quelle acquistate da Cellino per la Karalis Arena, interessate dal master plan dell'aeroporto di Cagliari-Elmas. Il nome della società del patron compare due volte nel fax inviato dalla Sogaer, società di gestione dello scalo, al Comune di Elmas. «Vogliamo lo sviluppo dell'aeroporto ma siamo contrari a che questo avvenga in direzione del centro abitato. Alle pretese di Sogaer e Enac — dice il sindaco di Elmas, Valter Piscedda — ci siamo opposti in tutte le forme, fino al Tar del Lazio. Continueremo la nostra battaglia». Il Cagliari ha 60 giorni per eventuali osservazioni.


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