Alla vigilia di Napoli-Cagliari ci illudemmo che, a dispetto dei pronostici, la squadra rossoblù tirasse fuori l'orgoglio e uscisse dal San Paolo con ben altre prospettive. Sappiamo tutti come è andata. Ha avuto ragione Cellino, che illusioni proprio non se ne fece e diede la sua squadra già per sconfitta prima di scendere in campo. E sconfitta fu, con delle proporzioni tuttavia che nessuno avrebbe immaginato. A parte il risultato finale, abbiamo visto una squadra molle, lenta, poco aggressiva, senza cattiveria agonistica. Insomma, tutto il contrario di una squadra che dovrebbe lottare per salvarsi.

L'unica consolazione per i tifosi, ma soprattutto per Cellino, è stata la tripletta di Larrivey, pupillo del presidente (un po' meno dei tifosi), che ha lottato come un leone nel cuore dell'arcigna e insuperabile difesa napoletana... Comunque sia, il 6-3 di Napoli ha dato l'opportunità a Cellino di praticare una delle sue attività preferite. No, non parliamo del golf, ma del cambio di allenatore. E allora bye bye Ballardini e bentornato Ficcadenti. Il tecnico marchigiano, che subentrò a Donadoni a metà agosto e fu esonerato a novembre in seguito alla sconfitta contro l'Atalanta, si troverà di fronte una squadra disorientata e un ambiente stanco e indispettito dalle continue evoluzioni destabilizzanti.

La difesa è sotto shock dopo il tiro a segno di Lavezzi e compagni; il centrocampo ha gli uomini contati, con Dessena che va ad iscriversi nel registro degli indisponibili insieme agli ormai lungodegenti Eriksson e Rui Sampaio. L'attacco ha necessità di trovare un assetto stabile e una coppia fissa (a nostro parere il duo Pinilla-Ibarbo è quello meglio assortito). Per Ficcadenti quindi il compito è arduo ma chiaro: chiudere con dignità la stagione. Un obiettivo a breve scadenza, perché è inutile guardare oltre, andare al di là di maggio.