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  • Cagliarimania: l'esilio forzato un handicap per giocatori e tifosi

    Cagliarimania: l'esilio forzato un handicap per giocatori e tifosi

    Per il Cagliari si prospetta un’altra stagione lontano dall’isola. L’infinita -  e per molti versi incomprensibile - vicenda legata alla costruzione e all’utilizzo dell’impianto di Is Arenas, ha costretto la società rossoblù a fare quello che avrebbe voluto scongiurare sino all’ultimo istante. E cioè indicare come sede delle partite casalinghe per il prossimo campionato il Nereo Rocco di Trieste. Con l’ipotesi di demolizione dello stadio di Quartu Sant’Elena (che ci sembra francamente eccessiva) è stata una decisione inevitabile da parte del presidente Cellino, accolta ovviamente con tanta amarezza e rabbia dall’ambiente rossoblù, in primis dai tifosi.

    E’ fuor di dubbio che l’esilio forzato sarà un handicap non indifferente che potrebbe avere effetti negativi sulle prestazioni della squadra. I rossoblù saranno privati dell’affetto diretto dei propri sostenitori, della gioia di poter esultare sotto la curva e del boato del pubblico dopo un gol. Addirittura, vista la vicinanza di Trieste a molte città quali Udine, Verona, Bologna, per gli avversari sarà come giocare in casa. Al contrario, ben pochi tifosi sardi potranno permettersi, ogni due settimane, le onerose trasferte oltre Tirreno.

    Non è affatto un luogo comune affermare che spesso il pubblico è ‘il dodicesimo giocatore in campo’. L’incitamento del pubblico è fondamentale, avendo il duplice effetto di incoraggiare i propri beniamini e mettere in soggezione gli avversari; questo verrà in parte a mancare. Per il tifoso non ci sarà più il contatto diretto con la squadra, il coinvolgimento emotivo che lega il pubblico con i protagonisti in campo; il tifoso sardo è stato privato del rituale della domenica pomeriggio, del panino fuori dallo stadio insieme agli amici, dei commenti post partita sulla via del ritorno. Insomma è stato privato di un momento di aggregazione molto importante. Nella speranza, che non ci deve mai abbandonare, che il Cagliari ritorni quanto prima a giocare nell’isola, sarebbe bello che le amministrazioni comunali possano organizzare nelle piazze cittadine dei maxi schermi, in modo da permettere ai tifosi di essere uniti nel sostenere ‘a distanza’ i rossoblù. Potrebbe essere anche un input positivo per i giocatori sapere che i loro sostenitori, a migliaia di chilometri di distanza, seguono le loro partite con immutata passione e attaccamento ai colori rossoblù.

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