Dopo la sconfitta a tavolino contro la Roma e il 2-0 subito a San Siro da parte di un Milan tutt'altro che irresistibile, la gara di domenica contro il Pescara assume un'importanza fondamentale. E' inutile negare che la squadra è giunta ad un bivio e non ci sono alternative: deve vincere e vincere giocando bene. I tre punti sono fondamentali per salvare la panchina di Ficcadenti, per dare un'iniezione di fiducia ai giocatori (non fare risultato contro una neo promossa in casa avrebbe conseguenze devastanti sul morale) e infine per dare un segnale forte ai tifosi, disorientati e delusi dalle ultime vicissitudini. Disorientati per le scelte discutibili della società in merito alla vicenda Is Arenas, delusi dalle prestazioni in campo della squadra.

Nonostante le dichiarazioni del tecnico rossoblù siano improntate sulla tranquillità e sull'ottimismo, è chiaro che i problemi da risolvere sono tanti. Un dato statistico su tutti parla chiaro: due sole reti segnate. Se una squadra ha un potenziale offensivo sulla carta validissimo (Cossu, Pinilla, Sau, Ibarbo, Thiago Riberiro, senza dimenticare Nenè e Larrivey) e segna solo due reti in quattro partite, significa che qualche meccanismo non funziona. E' solo sfortuna,  bravura dei portieri avversari, oppure c'è qualcos'altro che non va? E se giocatori di carisma ed esperienza perdono la testa, come è successo mercoledì a capitan Conti, significa che non c'è la necessaria serenità.

Domenica può e deve esserci la svolta decisiva del campionato del Cagliari. Ci sono almeno due condizioni favorevoli di partenza: finalmente la squadra potrà contare sull'incitamento di una parte dei propri tifosi (lo stadio di Is Arenas sarà infatti aperto agli abbonati e a chi è in possesso della tessera del tifoso), e la squadra avversaria - con tutto il rispetto per il Pescara - non è certamente di quelle che fanno tremare le vene ai polsi. Vincere è quindi un imperativo.