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  • Cagliarimania:| The show must go on

    Cagliarimania:| The show must go on

    Lo spettacolo deve continuare. E quando c'è il presidente Cellino di mezzo, lo spettacolo è assicurato. L'ultimo colpo di scena del patron rossoblù - la decisione di far disputare a Trieste tutte le partite casalinghe della squadra sino alla fine del torneo, e poi chissà... -  ha innescato, manco a dirlo, un focolaio di polemiche che ha coinvolto istituzioni, società e tifoseria. Quest'ultima è divisa tra i pro e i contro, con una preponderanza di coloro che non sono affatto contenti di vedere la loro squadra 'emigrare' ad oltre 1000 chilometri di distanza. Sulla vicenda dell'impraticabilità dello stadio Sant'Elia si è detto e scritto tanto, e pertanto non vogliamo aggiungere altro; ma se si è giunti a questo punto è palese che non c'è stata la volontà sia da parte del Comune sia da parte della società di risolvere il problema.

    Un braccio di ferro dal quale l'immagine di Cagliari e del Cagliari esce indubbiamente appannata. Lo spettacolo deve continuare, si diceva. E a questo punto, quale che sia il palcoscenico (il 'Nereo Rocco' o il 'Sant'Elia' o qualunque altro stadio d'Italia), il ruolo di attore principale deve ritornare alla squadra. Perché la salvezza non è matematica, e ci sono ancora otto partite da giocare. E non saranno delle passeggiate. A cominciare da domani a Trieste contro l'Inter, dove ci sarà l'incognita tifo (ci saranno più sostenitori rossoblù o neroazzurri?) e un avversario rivitalizzato dalla cura Stramaccioni. E di seguito, a parte la sfida con il Chievo, si affronteranno avversari invischiati nella lotta per non retrocedere (Bologna, Parma, Genoa e Fiorentina) o per un posto in Europa (Catania) o per la conquista del tricolore (Juventus).

    Confidiamo nella vena realizzativa del bomber Pinilla (sei gol in otto presenze per lui), nell'ispirazione e nell'orgoglio da vero tifoso di Andrea Cossu, nella determinazione di Astori - che deve convincere Prandelli a portarlo agli Europei -, nella voglia di riscatto di chi, per un motivo o per l'altro, ha giocato al di sotto delle proprie possibilità. Insomma, nessuna distrazione è consentita e spetta a Ficcadenti (ma anche ai punti di riferimento dello spogliatoio come Conti e Agostini) l'arduo compito di tenere alta la concentrazione dei giocatori, che dovranno anche fare i conti, come puntualmente accade nei finali di campionato, con le voci di mercato. Ma per quelle ci sarà tempo.

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