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  • Cairo: 'Giochiamo da Toro fino all’ultimo minuto'

    Cairo: 'Giochiamo da Toro fino all’ultimo minuto'

    Presidente Cairo, è possibile che il Torino debba sempre complicarsi la vita? La salvezza era lì, a portata di mano, e adesso passa (anche) attraverso un derby sbilanciatissimo nel pronostico. «Guardi, nel calcio scaramanzia e prudenza viaggiano di pari passo. Fino a quando la matematica non dà conforto conviene essere focalizzati sull’obiettivo, però rispetto alla stessa giornata del girone di andata siamo passati da un + 1 sulla terz’ultima a un + 6 sei sulla quart’ultima e a un + 7 sulle due terz’ultime. Nella seconda parte della stagione abbiamo sempre giocato da squadra, perché ci sono dei valori autentici, anche se ogni tanto è mancata la cattiveria nel conquistare i risultati».


    L’ultimo quarto d’ora spesso è fatale al Torino. Con il Cagliari, il Napoli, la Roma, la Fiorentina: un rosario di illusioni.
    «Senza dubbio i giocatori hanno dentro la voglia di vincere, ma devono metterci qualcosa in più. L’attenzione è assoluta, però i problemi vanno curati».

    Dicevamo: la salvezza passa (anche) attraverso il derby...
    «No, la salvezza passa da un’altra situazione... Passa dalla capacità di continuare a giocare e a mostrarci come stiamo facendo da alcuni mesi. Non pensiamo ai punti che mancano, semmai pensiamo a fare il Toro. Ecco, vede? Voglio che il Toro giochi da Toro dal primo all’ultimo minuto. La nostra preoccupazione non deve essere il risultato bensì come arrivarci».

    All’andata, fino a quando c’è stata parità numerica, era una sfida equilibrata.
    «Più noi che loro, per la verità. Certo, regalare un uomo alla Juventus, nello specifico Glik, non facilita un compito già delicato di per se stesso».

    Secondo lei, il Torino diverte?
    «In questo periodo sì, fatto salvo il discorso sulle rimonte mancate o sulle vittorie sfumate sul filo di lana. L’obiettivo, adesso, è coniugare il divertimento con la concretezza perché credo che i tifosi abbiano piacere di vedere la squadra esprimersi a un buon livello e ancora di più di gioire per un successo».

    Quanti meriti ha Ventura nella lievitazione del Torino?
    «Il connubio tra lui e la squadra è forte, nel girone di ritorno ci sono stati un assestamento verso l’alto e ottime prestazioni collettive. La sua mano si vede».

    Confermato?
    «Ci mancherebbe, ha ancora un anno di contratto. Ventura è il mio allenatore».

    Bianchi se ne andrà, lo hanno capito persino i sassi...
    «Non ho intenzione di prendere in giro nessuno. A febbraio ci siamo incontrati io e il fratello di Rolando, che gli fa da manager. Un incontro non pubblicizzato. Siamo rimasti d’accordo che ci saremmo rivisti a salvezza conquistata. Credo che si debba tenere conto di tutto, rispetto al passato anche della riduzione di ingaggio. O magari del fatto che non abbia già preso impegni».


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