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  • CALCIO ALLA TV. Milan-Juve: quando l'arma è la tv. Da Krasic a Ibrahimovic

    CALCIO ALLA TV. Milan-Juve: quando l'arma è la tv. Da Krasic a Ibrahimovic

    • Gianluca Minchiotti

    La richiesta di prova tv per Zlatan Ibrahimovic da parte di Giorgio Chiellini è solo l'ultimo episodio della guerra fredda fra il Milan e la Juventus sulle immagini televisive e il loro utilizzo. Juventus contro Milan: fra passato e presente, vicende che si ripresentano, sempre con una telecamera come protagonista.

    Prima del caso Ibrahimovic-Storari, l'ultimo episodio, nella stagione 2010-11, riguardò Milos Krasic. Il serbo, reo di essersi procurato un rigore a Bologna con una simulazione, venne squalificato con la prova televisiva proprio alla vigilia di Milan-Juventus, prova tv che invece non fu applicata per il milanista Robinho, protagonista di una presunta simulazione di un infortunio (con l'obiettivo, anche qui presunto, di perdere tempo) al San Paolo contro Napoli.

    Il direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, dichiarò: "Krasic? E' lo stesso caso di Robinho. I due episodi sono assimilabili, non c'è simulazione nè per Krasic nè per Robinho". L'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, non commentò, ma ricordò un episodio del 2005: "Non faccio il giudice sportivo, non dico nulla, mancano quattro giorni a Milan-Juve, ricordo però che nel 2005 fu squalificato Ibrahimovic con la prova tv e poi contro di noi segnò Trezeguet su assist di Del Piero e la Juve vinse lo scudetto".

    Già, il 2005. Lì sì che si poteva parlare di guerra sottotraccia fra le due società, 'amiche' nella gestione degli affari riguardanti la Lega Calcio (diritti tv in primis), ma nemiche su tutti gli altri fronti. E così, quando Zlatan Ibrahimovic venne squalificato con la prova televisiva per "condotta violenta e proditoria" (la famosa 'cravatta' a Cordoba, durante Juventus-Inter 0-1 del 20 aprile di quell'anno), l'allora dg bianconero Luciano Moggi si limitò a dire: "Sono molto dispiaciuto, e tante volte il dispiacere è anche peggio dell' arrabbiatura", ma lui e tutto il mondo bianconero covarono rancore contro il Milan (Ibra con quella squalifica avrebbe saltato proprio la sfida scudetto contro i rossoneri) e il potere mediatico rossonero. Tanto che, un anno più tardi, allo scoppiare di Calciopoli, Moggi se la prese innanzitutto con il Milan e con il potere mediatico di Galliani.

    E il potere mediatico rappresenta proprio l'altra faccia della medaglia di questa vicenda. E qui il Milan non c'entra. Qui si tratta di un affare fra la Juventus e le televisoni in genere. Anche in questo caso torna alla mente il 2005, quando lo scontro fu tra la Juventus della Triade e la Rai, per la messa in onda del famoso video che aveva come protagonista Fabio Cannavaro. Il video venne trasmesso da Punto e a Capo, su Raidue, nonostante Cannavaro avesse inviato una diffida alla messa in onda. Anche in quel caso la Juventus denunciò l'accerchiamento mediatico di cui si sentiva vittima.

    Ma nel caso 'Ibra 2012' il rapporto fra la Juventus e le tv non c'entra. Qui la sfida è tutta fra Juve e Milan: le immagini tv ci sono, vanno solo interpretate e, eventualmente, guiudicate. Sono chiarissime (ma gli arbitri avevano visto, non c'è stato bisogno dell'ausilio della tv) quelle dello schiaffo dello svedese ad Aronica, che all'attaccante del Milan è costato (per ora, in attesa dell'esito del ricorso) una squalifica di tre turni, compreso il match con la Juve del 25 febbraio. Meno chiare, ma ci sono, le immagini tv del buffetto di Ibra a Storari durante Milan-Juve di Coppa Italia.

    Giorgio Chiellini ha denunciato il fatto, l'ambiente milanista, da capitan Ambrosini a Galliani, lo ha accusato di aver fatto la spia. "Mi dispiace molto per quello che è successo ieri. Lo conosco bene, è un bravissimo ragazzo, ma non mi è proprio piaciuto il suo comportamento. Oggi ho riguardato molte volte le immagini e non mi sembra sia successo niente di grave. Il giocatore della Juventus poteva evitare quelle dichiarazioni", ha spiegato l'ad rossonero.

    Lapidaria la risposta dell'amministratore delegato bianconero Beppe Marotta: "Chiellini non ha fatto la spia su Ibrahimovic, è un uomo di valori che non ha fatto altro che rispondere alle domande dei giornalisti a fine partita".

    "Siamo indifferenti alla prova tv, queste sono situazioni che non ci interessano. Il Milan è forte con e senza Ibrahimovic. Galliani? Ho già chiarito con lui, gli ho assicurato che Chiellini non si è rivolto al giudice sportivo ma ha solo raccontato cosa è successo in campo. Non so se questo potrà influenzare il ricorso su Ibrahimovic, sono decisioni che non spettano a me".

    La guerra, fredda, prosegue...

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