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  • Calcio & Legge 'Osservatori e agenti, un contratto per scovare giovani talenti'

    Calcio & Legge 'Osservatori e agenti, un contratto per scovare giovani talenti'

     

    Calciomercato.com ha chiesto all’agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare del corso per osservatori di calcio che si terrà a Reggio Emilia domenica 1° aprile (info su www.footballworkshop.it), come devono essere regolati i rapporti di collaborazione tra agenti fifa e talent scout.

    Schiettamente le chiedo: come può collaborare un osservatore con un agente dei calciatori?

    Ritengo, innanzitutto, che la collaborazione tra un osservatore e un agente FIFA debba essere siglata con un accordo scritto. L’osservatore deve essere motivato a visionare calciatori per conto dell’agente attraverso un contratto di collaborazione il più possibile dettagliato e meritocratico. Solo così il “talent scout” potrà sentirsi sicuro di non vanificare il lavoro svolto.

    E i rimborsi spese sono previsti in questi contratti?

    Dipende dal tipo di accordo che si vuole stipulare. Se l’osservatore si obbliga a prestare la propria attività di consulenza per un solo agente, quindi in esclusiva, il rimborso delle spese deve essere riconosciuto. In caso contrario, cioè se l’osservatore abbia siglato più accordi con più agenti, e quindi presti la propria attività in via “non esclusiva”, le spese sono generalmente a carico dell’osservatore.

    Quali sono le direttive più comuni che un agente impartisce ad un osservatore?

    A questa domanda è difficile dare una risposta precisa, in quanto ogni agente ha una propria strategia di lavoro. In ogni caso, è consigliabile suggerire agli osservatori di essere creativi e propositivi nei confronti degli agenti, a volte poco inclini a prendere in esame segnalazioni fuori dall’ordinario. In questo lavoro consiglierei - citando il grande Steve Jobs - agli aspiranti osservatori di “essere pazzi e affamati”.

    Ci faccia un esempio di osservatore fuori dagli schemi.

    Paolo Greatti è un osservatore atipico, in quanto ha investito su se stesso andando a “scovare” giovani talenti in campionati poco battuti, come, ad es., la Slovenia, la Slovacchia, la Serbia e la Polonia. Dopo anni di importanti collaborazioni con Udinese, Verona, Padova e Frosinone (in quest’ultima società ha rivestito anche il ruolo di capo-osservatori), ha puntato sull’attività vera e propria di talent scout alle “dipendenze” di affermati manager a livello europeo. Aggiungo che Paolo Greatti, nei corsi organizzati da Football Workshop, si è rivelato anche un ottimo docente per la sorprendente capacità di trasmettere con efficacia le proprie competenze agli aspiranti osservatori.

    Occorre, quindi, andare all’estero per cercare giovani talenti?

    Non necessariamente. I calciatori italiani sono forti, anzi fortissimi. Ma scoprire i talenti in Italia è a volte troppo facile. Tra gli addetti ai lavori si fanno sempre gli stessi nomi e la concorrenza tra agenti è decisamente spietata. All’estero, invece, i calciatori sono meno “sponsorizzati”, soprattutto quando militano in campionati considerati “minori”.

    Infine, le chiedo: qual è la qualità principale che un calciatore giovane deve assolutamente possedere per ambire a traguardi importanti?

    Preferirei che a tale domanda rispondesse un osservatore. Greatti, ad esempio, risponderebbe che un giovane calciatore deve essere in possesso dei c.d. tempi di gioco, dote naturale individuabile – secondo lo stesso Greatti – già intorno ai 13-14 anni, qualità senza la quale è difficile che un calciatore possa puntare ai massimi livelli del calcio professionistico. Ecco perché la segnalazione di un osservatore competente ed esperto diventa fondamentale per un agente dei calciatori, che non può permettersi di puntare sul “cavallo” sbagliato!

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