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  • Calcio & Marketing: 'Calcio, tv e sponsors: un modello per il successo!'

    Calcio & Marketing: 'Calcio, tv e sponsors: un modello per il successo!'

    In esclusiva per Calciomercato.com, l'Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei corsi per aspiranti osservatori di calcio e agenti dei calciatori (per info sui corsi vai su www.footballworkshop.it) e il Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management, analizzano il successo del Marchio Premier League che, secondo studi effettuati da rinomate agenzie di marketing, è al giorno d'oggi uno dei più popolari al mondo per quanto riguarda i campionati sportivi più seguiti al mondo.

    Ma qual è stata la strategia iniziale su cui i managers della Premier League hanno puntato per raggiungere questo successo di pubblico e, conseguentemente, per attivare il circolo virtuoso che porta oggi grandi ricchezze ai suoi club calcistici?
    Certamente, dagli anni '90 in poi, la voce di ricavo basilare per tutte le società professionistiche nel settore del calcio è diventata quella legata ai proventi derivanti dagli accordi con le varie emittenti televisive nazionali ed internazionali ("broadcasting revenues"). Una fonte di ricavo sicura, fortemente remunerativa e al tempo stessa capace di innescare
    ulteriori possibilità di guadagni. Proprio per questo è fondamentale che le società appartenenti ad uno stesso campionato elaborino congiuntamente delle efficaci strategie commerciali per far arrivare sul mercato nel miglior modo possibile il proprio prodotto, generando in questo modo dei benefici vitali per tutti i soggetti in gioco. Per il campionato inglese, il 2012 è stato un anno di grande importanza dal punto di vista dei diritti televisivi e multimediali, con la rinegoziazione dei contratti gestita in maniera unitaria dai vertici di Premier League in rappresentanza di tutte le società partecipanti alla massima serie. I nuovi accordi triennali nazionali frutteranno, a partire dalla stagione 2013/2014, un totale di oltre 3 miliardi di sterline (circa 3 miliardi e 800 milioni di euro al cambio corrente) con un incremento del 70% del contratto attualmente in essere. E´ fondamentale sottolineare come, sia nel momento della contrattazione che in quello della distribuzione delle risorse, i club inglesi abbiano trovato un forte punto d'incontro, un´unità di intenti tesa alla creazione di un forte vantaggio competitivo e alla condivisione di un benessere finanziario comune. Per questo, al momento della contrattazione con le televisioni, le società possono "farsi forza" congiuntamente alleandosi e sfruttando un marchio unico, quello di Premier League appunto, riconosciuto e apprezzato dai tifosi di tutto il mondo. In questo modo, le società riescono ad aggregare e sommare la propria singola base di tifosi, facendola convogliare in un unico, enorme bacino d´utenza che permetterà ai managers della lega inglese di avere forte potere contrattuale al momento della contrattazione con le tv interessate.

    Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse finanziarie derivanti dai suddetti accordi, si cerca di garantire la massima equità tra le varie società, in modo da permettere a tutte di avere adeguati fondi a disposizione per migliorare le strutture (stadi e campi di allenamento), per mettere in atto nuove strategie commerciali e, certamente, per rinforzare
    adeguatamente la squadra al fine di tenere alto il livello competitivo del campionato e rendere in questo modo il prodotto sempre più appetibile al mercato. Così i diritti televisivi NAZIONALI verranno ripartiti per il 50%
    equamente tra i club, per il 25% in base al numero di partite trasmesse per ogni club e per il restante 25% in base alla posizione finale di classifica.
    In maniera più semplice, i proventi relativi ai diritti televisivi venduti su scala INTERNAZIONALE, vengono ripartiti in modo equo tra tutti i club.

    Ma i vantaggi per le società non si esauriscono qui. Questa forte visibilità generata dalle tv alle squadre inglesi (ricerche di mercato mostrano che il
    campionato inglese è seguito ogni anno da circa 600 milioni di appassionati sparsi in tutto il mondo) ha portato a nuove conseguenze fondamentali dal punto di vista del marketing.

    Molte aziende multinazionali hanno individuato nel calcio un prodotto di sicuro successo, capace di raggiungere molteplici target di mercato (essendo uno sport capace di andare ad interessare indistintamente tutte le fasce sociali) e tutte le aree geografiche del mondo. Queste aziende hanno quindi
    sviluppato delle politiche per cercare di abbinare al proprio brand un segnale positivo come quello generato dal "football", cercando attraverso una partnership commerciale con Premier League di aggredire nuove fasce di mercato e di consolidarsi in quelle già servite, conquistando nuove quote di
    mercato.

    Tra i principali accordi stipulati dai vertici manageriali della lega inglese ricordiamo a titolo di esempio quelli con i due sponsors principali, il colosso bancario Barclays e quello dell´abbigliamento sportivo Nike.

    In conclusione, possiamo quindi affermare che questo circolo virtuoso calcio-tv- sponsors apporta benefici a tutti i soggetti in gioco: ai club, che oltre ai puri ritorni economici hanno la possibilità di ampliare la propria "fan-base", alle tv che vendono sempre più abbonamenti a prezzi
    sempre più elevati, ed infine agli sponsors stessi, che possono sfruttare la notorietà su scala mondiale dello sport più amato dalla gente.

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