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  • Calcio&marketing: 'I mondiali di calcio sono un grande business e l’Inghilterra può già far festa!'

    Calcio&marketing: 'I mondiali di calcio sono un grande business e l’Inghilterra può già far festa!'

    Calciomercato.com ha chiesto all’Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, esperto di diritto calcistico e titolare dei corsi di Reggio Emilia per agenti fifa e osservatori di calcio (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management presso l’Università Politecnica delle Marche, di analizzare quali potranno essere i vantaggi economici derivanti dai prossimi mondiali di calcio.

    La fase finale delle grandi competizioni per nazionali di calcio racchiude, per le federazioni sparse in tutto il mondo, il momento maggiormente favorevole per concretizzare gli accordi con le aziende sponsorizzatrici: durante il resto della stagione infatti, con l’attività delle nazionali limitata alle partite di qualificazione, l’attenzione del pubblico è minore, e com’è facilmente intuibile il bacino d’utenza di ogni squadra nella maggior parte dei casi è limitato entro i confini nazionali.

    Da qui l’esigenza non solo strettamente sportiva ma anche economica di garantirsi la qualificazione ai mondiali di Brasile 2014, capaci di catalizzare l’attenzione di centinaia di milioni di spettatori in tutto il mondo. Da questo punto di vista quindi anche per le grandi aziende i campionati del mondo rappresentano un momento di fondamentale importanza, in cui hanno l’opportunità di rafforzare la propria visibilità internazionale associando il proprio brand alle principali rappresentative calcistiche.

    Sulla base di queste considerazioni, proviamo ad esaminare il caso di una nazionale europea di grandi tradizioni come l’Inghilterra, che nel recente passato ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze economiche negative di un’eliminazione dalla fase finale di una grande manifestazione (in questo caso gli Europei del 2008), e che in questa occasione è riuscita a strappare all’ultima giornata delle qualificazioni il pass per il mondiale brasiliano della prossima estate. Per la felicità dei propri tifosi, dei dirigenti federali e delle grandi multinazionali legate da munifici accordi pluriennali alla nazionale dei Tre Leoni.

    Al termine della sfida con la Polonia, vinta dalla nazionale inglese per due reti a zero, sono stati in tantissimi a tirare un lungo sospiro di sollievo. I fantasmi della disfatta subita a Wembley alle porte di Euro 2008, quando la nazionale fu eliminata dall’europeo che si sarebbe poi disputato in Austria e Svizzera, erano ancora presenti nella mente degli addetti alle finanze della Football Association: furono stimati danni economici sui 40 milioni di euro per la federazione, che vide svanire le entrate relative ai proventi Uefa, i ricavi determinati dagli accordi televisivi, e quelli generati dal merchandising. A questo si aggiunsero evidenti problemi di natura commerciale, con alcune grandi aziende sponsorizzatrici (su tutte la compagnia di finanza e assicurazioni Nationwide, allora main sponsor) che decisero di non proseguire la partnership con la federazione britannica, deluse da un’immagine non certo vincente della squadra.

    Una serie di pesanti ripercussioni economiche che questa volta la Football Association è riuscita ad evitare grazie ai gol di Rooney e Gerrard, aprendosi così la via a nuove ed importantissime fonti di guadagno. Parliamo innanzitutto della quota-base che la FIFA elargirà indistintamente a tutte le federazioni che prenderanno parte alla fase a gironi dei mondiali brasiliani, fissata su oltre 9 milioni di euro  (in aumento del 33% rispetto ai mondiali che si disputarono in Sud Africa nel 2010). Questa quota verrebbe poi raddoppiata in caso di approdo ai quarti di finale, mentre in caso di successo finale la cifra pattuita sarebbe addirittura di 30 milioni di euro.

    Una parte molto consistente dei ricavi riguarda poi il merchandising: le ricerche di mercato evidenziano infatti un notevole incremento nelle vendite dell’oggettistica legata alla nazionale inglese nei mesi immediatamente a ridosso delle grandi competizioni. I dati mostrano che normalmente i tifosi britannici acquistano circa tre milioni di magliette dei propri giocatori per seguire le partite con gli amici. In base a queste stime, la Football Association ha firmato lo scorso anno un ricco contratto di 30 milioni di euro annui più importanti bonus (legati appunto alla partecipazione ai mondiali) con la Nike. Infine, grazie a questi ultimi risultati positivi, la federazione potrà nei prossimi mesi rinegoziare a cifre più vantaggiose gli accordi di trasmissione televisiva delle partite da disputare in casa, che attualmente fruttano su base biennale 90 milioni di sterline (oltre 100 milioni di euro).

    Per concludere la nostra analisi è opportuno far riferimento al giro d’affari che coinvolgerà tutto l’indotto commerciale britannico, ovvero quegli esercizi che riusciranno a sfruttare a proprio vantaggio la partecipazione della nazionale inglese ai campionati del mondo. Si va dal settore food & drinks, con bar e pub presumibilmente affollati di tifosi che consumeranno grandi quantità di hamburgers e fiumi di birra, fino al settore turistico, in cui le agenzie di viaggio e i tour operators stanno già organizzando i pacchetti che verranno acquistati dai tifosi più accesi che raggiungeranno la propria nazionale in Brasile. Passando ovviamente per bookmakers e agenzie di scommesse, sempre sulla cresta dell’onda nel corso delle grandi manifestazioni sportive: gli analisti di mercato prevedono che nel solo suolo britannico verranno accettate giocate nell’ordine dei tre miliardi di sterline (circa tre miliardi e mezzo di euro), molte delle quali puntate su Rooney e compagni.


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