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  • Calcio violento:| Israele, stop ai campionati

    Calcio violento:| Israele, stop ai campionati


    Il calcio israeliano è sprofondato in una crisi acuta dopo che ieri, nel tentativo di arginare la violenza negli stadi e fuori, la Associazione calcio è stata costretta a rinviare tutte le partite di Serie A e B.

    «I nostri campi di calcio si sono stati trasformati in campi di combattimento, la incolumità pubblica è in pericolo», ha denunciato il presidente dell'Associazione Calcio Avi Luzon. Da parte sua la ministra per lo sport Limor Livnat esamina ora la possibilità di tornare a schierare negli stadi forze di polizia. Ad accendere la miccia è stato il furibondo finale, trasmesso venerdì in diretta televisiva, fra le squadre del Hapoel Ramat Gan e quella (mista arabo-ebraica) del Hapoel Bnei Lod: entrambe candidate alla promozione in serie A. La partita si era conclusa con un pareggio. Mentre i giocatori si apprestavano a tornare negli spogliatoi si è scatenata in campo una zuffa che ha coinvolto quasi tutti gli atleti, nonchè uno degli allenatori. Diciotto di loro sono stati poi portati in un commissariato di polizia ed interrogati. Nei confronti di undici sono stati imposti gli arresti domiciliari. Questo incidente è andato ad aggiungersi ad altri analoghi verificatisi nelle ultime settimane. Mentre i due principali campionati venivano sospesi, i proprietari di due club calcistici hanno reso noto di volerli vendere, non potendo più tollerare ulteriori episodi di violenza. Alcuni sindaci hanno minacciato di revocare il permesso alla utilizzazione dei campi sportivi. Adesso la stampa sportiva invoca per i violenti misure punitive straordinarie, ritenendo che in loro assenza l'intero ramo sportivo rischierebbe ormai di troncarsi.


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