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  • Calciopoli: è tutto fermo al 2006!

    Calciopoli: è tutto fermo al 2006!

    L'udienza prende il via con la parola data al pm Giuseppe Narducci che riprende la requisitoria difendendo il sistema d'indagine sulle sim svizzere, elemento ormai centrale dell'impalcatura d'accusa visto che gli esiti del processo hanno smentito molti dei capisaldi dell'accusa nel 2006 e che portarono alla condanna della Juventus nel processo sportivo. Il ruolo di grande protagonista lo svolge Gianluca Paparesta e il padre Romeo: loro hanno ammesso l'uso di schede sim straniere, anche in telefonate importanti con Moggi ma non sono tra i rinviati a questo giudizio. Narducci prova a spiegare perché le schede erano segrete, anche se ammette che erano in teoria intercettabili, visto che i carabinieri ne scoprono l'utilizzo tra fine 2004 e febbraio 2005:«Cambiavano schede in continuazione, impossibile intercettarle». Eppure molte delle schede attribuite sono rimaste attive fino al giugno 2006 e non sono cambiate. Moggi non è presente in aula, vittima di un'influenza.


    UDIENZA RIPRESA - L'udienza è stata brevemente interrotta ed è ripresa ancora con l'esame di Narducci del lavoro dei carabinieri sulle schede svizzere: Narducci si sofferma all'incrocio con telefonate intercettate che fanno riferimento alle schede svizzere. Il problema è però che cosa si dicono in quelle telefonate, visto che parlano liberamente anche sui telefoni intercettati? Paolo Bergamo, accanto al pm Narducci, mastica freneticamente il chewing gum, in attesa di poter rispondere con una probabile dichiarazione spontanea. in particolare sulla centralità del ruolo di Paparesta padre e figlio, archiviati dagli stessi pm nonostante siano proprio quelli che hanno ammesso possesso e uso reiterato delle schede che diventano in questo processo elemento centrale dell'accusa di associazione per delinquere.

    SEMPRE SULLE SCHEDE - Il pm Narducci ha insistito: le schede non erano intercettabili perché dovevano essere un sistema chiuso con sim svizzera che deve chiamare scheda svizzera, senza chiamare telefoni italini normali, cellulari o terrestri, ma siamo riusciti a scoprirle solo grazie al fatto che alcuni si sono traditi chiamando parenti o casa con le sim svizzere. Paolo Bergamo, però, durante la pausa d'udienza «normalizza» l'uso di queste schede del mistero: «La famosa telefonata del 9 febbraio fatta a casa mia da Moggi con la sim svizzera non è un errore di Luciano: in una precedente chiamata alla segretaria di Moggi avevo detto che mi trovava a casa, che poteva chiamare lì (un telefono intercettabile facilmente quello di Colle Salvetti, ndr). Che ragione aveva di chiamarmi con la scheda svizzera a casa se voleva tenerla così segreta?»

    TEOREMA NARDUCCI E LE ZERO AMMONIZIONI - Narducci prosegue nello snocciolare gli incroci che lui ritiene certi tra le sim attribuite ai vari arbitri come Pieri, Racalbuto e De Santis. Il problema è sempre nell'effetto provocato dalle ipotesi accusatorie di Narducci, un esempio: è dicembre e Racalbuto viene inviato a dirigere Reggina-Brescia, per Narducci è già gara «drammatica per la lotta per non retrocedere», beh il campionato deve quasi cominciare per quelle zone, in realtà... Eppoi nello stesso turno Moggi si augura ammonizioni (e augurarselo non è reato) per qualche milanista impegnato a Parma: la settimana successiva si gioca proprio Juve-Milan. Perfetto, secondo il teorema Narducci-Auricchio, si dirà. Peccato che uno degli associati e "simmati", Pieri, sia inviato a dirigere Parma-Milan e che alla fine del match le ammonizioni a carico del "nemico" rossonero siano ZERO.

    LE INCONGRUENZE - Narducci punta forte su una ambientale nella quale si fa riferimento ad una chiamata in contemporanea che il pm attribuisce a Racalbuto. Nel contatto Moggi consiglia l'arbitro convalescente di restare a riposo «magari rientri per Cagliari»>, siamo ad inizio gennaio. Poi Racalbuto sarà assegnato per Cagliari-Juve del 16 gennaio: una gara finita 1-1, con alcune decisioni controverse. Il gol juventino è in fuorigioco, ma a sbagliare la segnalazione è l'assistente Consolo. E addirittura le due decisioni arbitrali assunte da Racalbuto sfavoriscono la Juve: manca una clamorosa espulsione per secondo giallo di Abejion e viene negato un penalty a Trezeguet. In ogni caso ecco la testimonianza del consulente dell'imputato Racalbuto resa in aula a ottobre.

    Udienza del 26 ottobre 2010
    Nel corso della mattinata Pietro Nicolosi, consulente arbitrale di Salvatore Racalbuto, è stato interrogato su Cagliari-Juventus 0-1 della stagione 2004/05, partita per la quale il capo d'imputazione è per atti fraudolenti a favorire la squadra bianconera: «Ho visto la gara sul filmato Sky: ho visto e rivisto. Ci sono diversi episodi, ho scritto tutto nella mia consulenza. Racalbuto non è stato brillante, ha commesso degli errori: ha ammonito quando non doveva, altre volte ha evitato una seconda ammonizione ad un giocatore del Cagliari per evitargli il rosso e questo non va bene. Ci sono due errori gravissimi: uno a favore della Juve e uno per il Cagliari. Al 18' del primo tempo nega un rigore a favore di Trezeguet. Assurdo: falciato, spintonato e buttato a terra. Conoscendo l'onestà di Racalbuto, non capisco come ha fatto a non dare quel rigore. Secondo errore grave, la concessione del gol per la Juve di Emerson in netto fuorigioco: ma l'imputazione non può essere rivolta a Racalbuto ma all'assistente Andrea Consolo, assistente internazionale che non ha segnalato il fuorigioco. Il gol è concesso: hai arbitrato male e non hai dato un rigore che dovevi dare. Una tirata di orecchie va a Racalbuto e all'assistente. Al 44' del secondo tempo c'è stata una finezza: non concede la norma del vantaggio a favore del Cagliari, ma fa bene nell'azione successiva e segna il gol del pareggio con Zola. Una finezza a favore del Cagliari».

    L'UDIENZA RIPRENDE - L'udienza riprende dopo la pausa pranzo. Prende la parola il pm Narducci che dovrebe parlare fino alle 17 circa. Narducci prosegue l'esposizione sulle sim svizzere, prendendo in considerazione la scheda attribuita all'ex arbitro Dattilo di Locri.

    LA SIM DI DE SANTIS - Narducci chiude la rassegna sulle schede con l'unica attribuita a Massimo De Santis. Su questa c'è stata forte contestazione durante gli interrogatori dei carabinieri e di Auricchio. Narducci non ritiene veritieri i certificati del ministero della Giustizia che attestavano la presenza di De Santis ad un corso, mentre la sua presunta sim agiva a Coverciano. Una confutazione, quella del pm, che non convince fino in fondo: le circostanze riferite non colimano con gli orari di presenza ai corsi di De Santis.

    LA CONCLUSIONE DI NARDUCCI - Narducci conclude la parte relativa alle schede sim parlando delle rare ammissioni sull'utilizzo delel schede. «Bergamo ne ammette l'utilizzo e di aver ricevuto il telefono svizzero da Moggi», su Pairetto resiste il dubbio visto che Bergamo a riguardo dice e poi rivede. In realtà era stato lo stesso Pairetto in aula a parlare di molte schede staniere da lui acquistate, anche svizzere, avendo svolto il lavoro di vicedesignatore all'Uefa: «Mai però l'ho ricevuta da Moggi». Narducci prova poi ad afondare il colpo parlando della trasmissione Matrix in cui lo stesso Moggi parla delle schede: «Alla cena di Natale del 2004 avevo saputo dello spionagigo Telecom e dissi a tutti, c'erano presenti anche gli arbitri e i designatori. Io mi uso le schede svizzere, qui c'è spionaggio e vengono a scoprire i segreti del calciomercato. E Bergamo e Pairetto mi dissero: daccene una pure a noi», riferisce Narducci sulla trasmissione tv. Per Narducci la tesi della volontà di sfuggire allo spionaggio Telecom in piedi dal 2002 è «inconsistente»: «Perché le schede non le ha date pure a Giraudo e ai suoi collaboratori di mercato? E agli agenti? L'ha date solo ai desingatori con cui si deve parlare solo si arbitri e non di mercato». Piccolo particolare: tra le utenze "monitorate" dagli spioni Telecom dagli atti di MIlano risultano anche quelle di Bergamo, Pairetto e De Santis. Narducci va verso la conclusione parlando degli incontri e delle cene, partendo però dallo scontro tra Bergamo e Pairetto sul ruolo della Fazi. Narducci porta avanti la sua requisitoria puntando l'obiettivo su De Santis, che torna al ruolo nelle combriccola romana e riprende i temi di Lecce-Juve (smentiti in aula dai protagonisti): sembra di tornare al 2006, senza alcun riferimento a quanto emerso durante il dibattimento. 

    UDIENZA CONCLUSA - L'udienza è terminata ed è stata aggiornata al 24 maggio. Prima (il 20) la Settima Sezione del Tribunale si pronuncerà sulla richiesta di ricusazione del giudice Casoria da parte dei pm. L'udienza del 24 doveva essere occupata dalla discussione delle ipotesi di frode sportiva da parte del pm Capuano. Ma visto che Narducci sembra non aver concluso il suo intevento sull'associazioe per deliqnuere è molto probabile che si soffermi proprio lui dall'inizio dell'udienza sulla posizione di Luciano Moggi.


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