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  • Calciopoli:| Parla il legale di Dondarini

    Calciopoli:| Parla il legale di Dondarini

    "Oggi il mio patrocinato - che non arbitra più, non può essere dirigente dell'Aia, della Figc e di alcuna società di calcio, è gravato dal Daspo - scopre che alcuni strumenti fondamentali a sua difesa gli sono stati negati; nel contempo, deve sentire che l'Inquirente, al quale spettava il vaglio di tutte le emergenze del procedimento, anche favorevoli alla difesa, li ha trovati 'irrilevanti'". E' quanto sottolinea l'avvocato bolognese Gabriele Bordoni che con il collega Carlo Ugolini assiste l'ex arbitro Paolo Dondarini nel processo 'Calciopoli'. Bordoni fa il suo commento partendo dal "contenuto dell'intervista rilasciata nei giorni scorsi" dal Pm di Napoli Giuseppe Narducci, già titolare di quell'inchiesta, alla Gazzetta dello Sport". "Non entro nel merito di una vicenda processuale ancora in via di delibazione in grado di appello - dice Bordoni -, ma non posso non rimarcare come il mio assistito sia imputato in relazione a due incontri (Juventus-Lazio e Chievo-Fiorentina) rispetto ai quali sono emerse - ad opera del consulente tecnico della difesa Moggi, Nicola Penta - una pluralità di intercettazioni telefoniche oggettivamente rilevanti se non di per sè decisive ai fini assolutori che, invece, paradossalmente e senza ragioni, sono rimaste estranee al processo abbreviato celebrato a carico del predetto perchè non considerate da chi aveva condotto le indagini. Leggere ora, a giustificazione di quell'anomalia, che il Pm aveva giudicato tali elementi 'non penalmente rilevanti' lascia a dir poco perplessi, dal momento che si trattava di colloqui fra Dondarini, Bergamo e Pairetto prime e dopo Juve-Lazio e dello stesso direttore di gara con Guidi (l'osservatore arbitrale), Bergamo e Pairetto prima e dopo Chievo-Fiorentina dal contenuto inequivocabilmente favorevole all'imputato che avrebbero costituito elementi di prova decisivi nel suo interesse, consentendo di cogliere la natura e contenuto dei colloqui fra tre degli imputati (oltre all'osservatore, soggetto qualificato e certamente al di sopra di ogni sospetto) in relazione a due dei reati contestati". "Nel processo sportivo, la Corte presieduta dal professor Sandulli aveva giudicato Paolo Dondarini - ricorda il legale - come persona 'tersa e lontana da ombre di qualsivoglia natura', senza le 'nuove' telefonate: nel rito abbreviato il Gup lo ha invece condannato sulla base degli stessi elementi, senza nemmeno confrontarsi con queste telefonate intercettate, anche a lui rimaste ignote, non potendole così valutare come era, invece, assolutamente necessario che accadesse". 

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