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  • Calendario serie A:| La sceneggiata De Laurentiis

    Calendario serie A:| La sceneggiata De Laurentiis

    La sfida sotto la Madonnina in coda al campionato: sarà ancora la partita che deciderà lo scudetto?
    Serie A, sorteggiato il calendario: il derby Milan-Inter alla penultima giornata.
    Sulla carta, ci sarà da divertirsi dall'inizio alla fine. Il calendario della nuova serie A, sfornato ieri Asera dal computer della Lega, offre big-match molto ben distribuiti. Si parte alla 2ª con l'assaggio di Milan-Lazio, seguito subito da Inter-Roma e Napoli-Milan della 3ª. Si chiude con il clou: il derby milanese alla penultima. Tardissimo: lo scudetto potrebbe decidersi nel ritorno del 6 maggio. Anche se all'ultima c'è Lazio-Inter, come nel 2002... Altre date cerchiate: il derby romano alla 7ª e il sempre più elettrico Inter-Juve alla 10ª. E anche il ritorno nell'élite del Novara dopo 55 anni (appuntamento al «Piola» col Palermo, il 28 agosto) e la «prima» della Juve nel suo nuovo stadio, l'11 settembre contro il Parma.

    L'agenda non strizza certo l'occhio ai campioni in carica. Tutt'altro. Partenza ad altissimo coefficiente di difficoltà, per il Milan: debutto a Cagliari e poi Lazio in casa, viaggio a Napoli, Udinese a San Siro e Juve fuori alla 6ª. Urge farsi trovare al top. Maligno anche il programma dell'Inter. Vero: all'andata ospiterà Roma, Napoli, Juve e Lazio. Al ritorno, però, avrà tutti i partitoni in trasferta. Scherzi dei calendari: sono le squadre, poi, a farli diventare buoni o cattivi.

    Aurelio De Laurentiis, invece, ha già deciso che quello del suo Napoli è uno schifo. Prima s'è dichiarato felice dell'esordio interno col Genoa («Una partita abbordabile»). Poi, studiata meglio la situazione, ha improvvisato l'ennesimo show della sua estate da mattatore. Quando s'è accorto che Napoli-Milan, Inter-Napoli e Napoli-Juve verranno subito dopo i turni di Champions, ha lasciato la sala furibondo, urlando: «Siete delle merde, voglio tornare a fare cinema. È uno scandalo, qui è tutto pilotato. Mi vergogno di essere italiano». Serio, sereno e pacato: eccolo di nuovo, il nostro caro calcio.


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