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  • Torino, calvario Verdi:| Pubalgia, fatica a rientrare

    Torino, calvario Verdi:| Pubalgia, fatica a rientrare

    • A.S.

    Dov'è finito Verdi? Nel bel mezzo di un'operazione recupero: con la speranza che per il rush finale del campionato anche lui possa dare un contributo, da aprile inoltrato a fine maggio. Le speranze sono concrete. Ma certezze non se ne possono ancora avere. Tutta colpa della pubalgia. Simone Verdi è sicuramente un ragazzo privilegiato: 19 anni, tutta la vita davanti agli occhi, il fascino di militare nel Torino, la grande soddisfazione di essere cresciuto nel Milan, l'abitudine a essere elogiato per le sue qualità tecniche e le rosee potenzialità. E' un ragazzo privilegiato, ma in questa stagione si può dire tutto tranne che sia stato fortunato: la pubalgia continua a non concedergli tregua, compare, sparisce e ricompare come un fiume carsico. Quando approdò a Torino, in estate, era pieno di belle speranze e seppe anche meritarsi parecchio spazio, disputando le prime cinque partite di campionato (tre da titolare) e dispiegando la sua classe di esterno offensivo in particolare nella trasferta vittoriosa di Ascoli. Al di là di una personalità ancora da rivedere e correggere (ma è in primo luogo una questione di età e maturazione), il ragazzo sembrava essere partito col piede giusto, superando persino le migliori aspettative nel Torino. Ma la sua ascesa ha dovuto fare i conti ben presto con l'eterno ritorno della pubalgia, un problema fisico che il ragazzo aveva già accusato quando militava nel vivaio rossonero.

    MALANNO SUBDOLO - Dall'autunno in avanti il guaio si è riproposto più volte, come ai tempi del Milan. Dolori all'inguine, difficoltà a correre, calciare, saltare. Fastidi più o meno forti, a seconda dei periodi. Come noto, la pubalgia è un male subdolo, per alcuni aspetti ancora misterioso: si sa quando compare, non si possono avere mai specifiche certezze sui tempi necessari per la guarigione. Incidono fattori diversi, clima compreso, al di là delle specifiche questioni individuali. Per uno sportivo professionista è uno dei malanni più detestati e detestabili. Obbliga a fermarsi. Quando il guaio sembra superato (cure e lavoro differenziato), non è raro che tornare a forzare porti al ritorno del dolore all'inguine. E si ricomincia daccapo, con ammaccato anche il morale e non solo il fisico. Guarire e ritrovare la forma sono un'impresa improba, doppiamente difficoltosa. E' quanto sta vivendo il giovane esterno, acquistato dal Torino in comproprietà.

    TANTA PRUDENZA - L'ultima partita di Verdi risale al 6 gennaio contro l'AlbinoLeffe. Lo staff medico del Torino, guidato dal dottor Misischi, ha sempre seguito con particolare cura e attenzione il caso del ragazzo, optando ogni volta per le soluzioni migliori per cercare di tenere a bada la pubalgia. Poi la palla è di nuovo passata anche al tecnico, come è giusto che sia, in un clima di corretta collaborazione. Per precauzione Ventura ha provato a rilanciarlo gradatamente nelle scorse settimane in allenamento, fino a fargli disputare una partita con la Primavera. Era il 3 marzo. Tutte le indicazioni mediche e... atletiche davano il problema sparito. Sembrava l'inizio di una nuova vita in granata. Invece contro i ragazzi del Genoa (e neanche su un campo in sintetico, che crea maggiori problemi) Verdi è tornato a sentire male. Non più tanto agli adduttori alti della coscia, ma soprattutto ai retti dell'addome. E così ha dovuto fermarsi di nuovo. Nuovi controlli, nuove cure, altro lavoro differenziato. Che proseguirà nella settimana in corso: con un prudentissimo tentativo di aumentare i carichi. Quindi lunedì prossimo si valuteranno di nuovo le sue condizioni. Con la speranza che Verdi possa tornare ad aggregarsi alla squadra. E ricominciare la sua scalata verso una forma atletica sufficiente, ad aprile inoltrato. Il Torino ha bisogno anche di lui. Basti pensare alla discontinuità di Oduamadi, alla stanchezza di Stevanovic e alla lunga assenza di Guberti, tornato in panchina solo sabato scorso a Castellammare.

    (Tuttosport - Edizione Locale)

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