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  • Chievo, Campedelli:| 'Juve? Niente è impossibile'

    Chievo, Campedelli:| 'Juve? Niente è impossibile'

    L'anno che verrà. Luca Campedelli ha appena finito di brindare con la stampa all'incontro tradizionale al Cavour di Dossobuono. Clima conviviale, il gusto del Natale tra le labbra. Le solite parole, le "sue", poche, quelle giuste, magari anche per quel filo (filo?) di scaramanzia che gli appartiene. Prima di staccare la spina per qualche ora di libertà, il presidente dovrà sedere in tribuna domenica al Bentegodi e 'affrontare' a modo suo la Juventus. Sfida delicata, un incontro con il passato che più volte si è affacciato al Bentegodi in questi anni sotto le sembianze di Gigi Delneri. Il passato che ritorna, un amico che torna al Bentegodi nel momento più difficile. Senza concessioni ai sentimenti, senza possibilità di lasciarsi andare.

    Prima e dopo sarà inevitabile pensare al Chievo di ieri, durante sarà impossibile staccare gli occhi dal Chievo che è.
    Campedelli, è l'ultima fatica dell'anno che va. Come la affronta?
    "Mi aspetto una grande partita, una grande prestazione. Siamo reduci da due brutte sconfitte. Spero che la squadra sappia reagire nella maniera più opportuna. Di solito, l'ha sempre fatto, e quando giochi con le grandi senti dentro sempre qualcosa di speciale".
    C'è un momento del 2010 che le è rimasto impresso in maniera particolare?
    "Tre partite. Le ultime sono recentissime: contro Inter e Roma. Due prestazioni esaltanti che hanno messo in evidenza il lato più bello della nostra squadra. E poi, naturalmente, la vittoria ottenuta la scorsa stagione a Firenze, quando di fatto riuscimmo a salvarci".
    Il regalo più bello che ha ricevuto dai suoi ragazzi?
    "La salvezza. Il mantenimento della categoria. Ogni volta che il Chievo si conferma squadra da A, per noi è una festa. L'obiettivo è sempre quello, anche quest'anno. Mai pensato ad altre cose".
    Si dice che nel passaggio da Di Carlo a Pioli il Chievo abbia imparato a giocare di più la palla. Condivide?
    "Se lo noto è perché qualcuno me lo dice. Sinceramente: non ho le capacità per poter vedere le diversità tra chi c'era ieri e chi c'è oggi. Non sarebbe corretto poi da parte mia entrare nel merito del lavoro svolto dai nostri allenatori".
    Pensieri in libertà dopo le due ultime sconfitte?
    "Le ritengo due battute di arresto importanti, incassate contro avversarie che lottano per la salvezza come noi. Sono convinto che abbiamo caratura tecnica, tattica e morale tali da poter risollevarci in breve tempo. Il campionato non si decide oggi, ma più avanti".
    Visto che è Natale, se la sente di dare un consiglio per un regalo?
    "Un libro e un film: 'Il maledetto United'. È bello perché descrive in tutte le sue sfaccettature la storia di un allenatore, i 44 giorni di Brian Clough alla guida del Leeds, che entra in gioco in una squadra che ha vinto tanto e cerca subito di imporre il suo modo di fare calcio. Sui dischi posso consigliare l'ascolto del Fort Minor (musica alternative rap)".
    Torniamo al calcio. Presto si riaprirà il mercato. Come si muoverà il Chievo?
    "Dobbiamo cercare sempre di migliorare, questo è sicuro. E nell'ottica del miglioramento se dovesse capitare l'occasione giusta per impreziosire la squadra, dovremo essere bravi a coglierla e a non farcela scappare. Poi credo sia importante dare la possibilità ai ragazzi che in questo momento non stanno giocando, di andare a dimostrare il loro valore da qualche altra parte"
    Preoccupato?
    "Un po' di fretta c'è. Sarebbe ideale trovarsi alla ripresa degli allenamenti il 27 dicembre con la squadra già ritoccata e impostata per la seconda parte della stagione".
    Presidente, il 2010 le ha riservato qualche sorpresa?
    "L'unica sorpresa è stata quella di raggiungere al termine dello scorso campionato una posizione di classifica inferiore a quella che magari potevamo realmente ottenere"
    E se il Chievo si salva?
    "Beh, mi prenoto per un'altra festa come quella dell'anno scorso, tutto compreso..."
    Inutile chiedergli di più. Narrano le cronache (ma sembra impossibile...) che la squadra, al culmine della festa salvezza, abbia "gettato" il presidente nella fontana di Piazza Erbe. Vero, non vero, chissà...


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