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  • Campio-nati il 14 aprile: il 'polemista' anti-Juve Agroppi, il bad boy Berti e Guly, colui che regalò Pirlo al Milan
Campio-nati il 14 aprile: il 'polemista' anti-Juve Agroppi, il bad boy Berti e Guly, colui che regalò Pirlo al Milan

Campio-nati il 14 aprile: il 'polemista' anti-Juve Agroppi, il bad boy Berti e Guly, colui che regalò Pirlo al Milan

Buon compleanno a
 
ALDO AGROPPI 1944, ex giocatore (Ternana, Potenza, Torino- 212 presenze – Perugia) ex allenatore (Pescara, Pisa, Padova, Perugia, Fiorentina – 2 volte- Como e Ascoli), opinionista e polemista “Quando faccio polemica, ho sempre ragione. E sono contento di essere quel rompicoglioni di Agroppi. Ricordatelo: il calcio è una cosa seria". Da ragazzino, inaspettatamente, tifava Juve "Eppure da ragazzino simpatizzavo per la Juventus. Il mio idolo era Sivori, portavo i calzettoni alla cacaiola come lui, Poi quando ho cominciato a giocare nelle giovanili del Toro ho capito che cosa significa avere di fronte la Juve. Sì, perché cominciavano ad aiutarla fin da campionati giovanili. C’era il fascino della società, di grandi dirigenti come gli Agnelli, Boniperti e gli arbitri davanti ai bianconeri diventavano umili, servitori della Juve". Infatti, campionato 1971-72, testa a testa Juventus-Torino. "A Genova, contro la Samp, stavamo sotto per 2-1, anticipo Battara di testa e segno. La palla è dentro di 20 centimetri e Lippi, evidentemente un segno del destino, la butta fuori. Ho ancora le foto e i filmati, anche se non c’era la moviola". Con Lippi non si sopportano. "Mi ha fatto una cosa che non mi doveva fare, sarebbe troppo lungo parlarne e non mi va. Comunque ognuno per la sua strada. Ma quello che mi dà più fastidio che a distanza di tanto tempo continua a dire che la palla era fuori. Barbaresco, ottimo vino e pessimo arbitro, prima convalida e poi annulla. “Nel 1986 viene coinvolto nello scandalo Totonero-bis e viene squalificato per 4 mesi per omessa denuncia relativa alla partita di B Cagliari-Perugia della stagione 84-85 “Ma io non c’ero perché stavo male. La giustizia in Italia fa veramente schifo”. La squalifica blocca la sua ascesa di allenatore emergente. Con la Fiorentina aveva appena ottenuto un buon quarto posto (Fu un precursore dei tempi dellavalliani (battutaccia), nonostante i contrasti con Antognoni e il tifo tutto dalla parte del Capitano. Fu anche picchiato fuori dello stadio e salvato da Passarella che non ebbe problemi a mettere in fuga gli aggressori a suon di cazzotti. Ci ritornò nel '92-'93, subentrando a Gigi Radice, misteriosamente esonerato da Vittorio Cecchi Gori (Si disse che il tra il figlio di Radice (che allora militava nel Monza in serie C) e la moglie di Vittorio, la bellissima Rita Rusic, ci fosse un'amicizia sospetta). Si disse anche che lo stesso allenatore viola avesse scoperto "Vittorione" alle prese con qualcosa di equivoco, e lo avesse spifferato al padre Mario. Si disse, infine, che Vittorio fosse geloso del rapporto privilegiato che intercorreva tra il "patron" viola e lo stesso Radice, tanto da avergliela giurata alla prima occasione) con la squadra al sesto posto dopo una sconfitta casalinga con l'Atalanta, allenata proprio dal suo nemico Lippi, che in questo caso, quindi, fece un favore ad Agroppi. Il quale, a sua volta aveva il dente avvelenato con Radice (Ho odiato Radice perché mi ha fatto fuori, non tanto perché non ero più al Toro nell’anno dello scudetto, ma per il modo in cui è avvenuto”). Il risultato fu più che disastroso. Tre vittorie, nove pareggi e otto sconfitte. La Fiorentina all'ultima giornata, nonostante la vittoria per 6-2 col Foggia (in settimana Agroppi era stato sostituito dalla coppia Antognoni Chiarugi) e grazie anche al “biscotto” tra Roma e Udinese (Carnevale, che l'anno dopo giocò proprio coi friulani, sbagliò un clamoroso gol a porta vuota) retrocede, dopo 54 anni, in serie B. Da allora Agroppi non ha più allenato. Il 15 novembre 2011 è stato colto da infarto, ma si è ripreso brillantemente
 
Un altro festeggiato che ebbe proprio Agroppi come allenatore a Firenze è NICOLA BERTI, 1967, centrocampista poi attaccante di Parma, Fiorentina, Inter, Tottenham (i tifosi degli Spurs lo citano ancora nei loro cori) Alaves e quindi in Australia col Northern Spirit. E' sempre stato un bad boy, tanto generoso e agonista in campo quanto sregolato fuori dal rettangolo verde. Non a caso una pagina Facebook a lui dedicata si chiama “Andare a figa con Nicola Berti”. Del resto lui non ha mai nascosto che non disdegnava la “dolce vita”, sin dai tempi di Firenze. “Non è che non facessi cazzate. Ne facevo eccome… solo che alla fine non mi beccavano mai. O comunque: finché corri, nessuno si porrà mai troppo il problema”. Del resto, al suo arrivo all'Inter, lo zio Bergomi lo aveva avvertito “Nicola: nel tempo libero puoi fare quel che vuoi. Ma se non ti presenti al top fisicamente in allenamento, il gruppo ti farà fuori”. Dalla battuta pronta, non si è mai tirato indietro quando c'è da polemizzare. Dopo un derby perso dichiarò “meglio sconfitti che milanisti”. Di recente ha detto di Chiellini: “I simulatori? Chiellini è il peggiore di tutti, è un bravissimo giocatore, ma non può fare quelle cose, è patetico, è uno che mena e poi appena lo tocchi fa le scene”. Leggendario il suo gol, conosciuto come “fuga di Monaco”, del 2-0 in trasferta col Bayern negli ottavi di Coppa Uefa il 23/11/1988. Al ritorno a Milano, tuttavia l'Inter perse 3-1 e fu eliminato.
 
ADELIO MORO, 1951, (Atalanta, Cremonese, Inter, Verona, Ascoli, Milan, Cesena, Ospitaletto) ritiratosi nel 1984. Centrocampista dalla classe cristallina, ma con lacune caratteriali che gli impedirono di esprimere completamente le sue potenzialità, soprattutto nelle due milanesi. Il suo periodo migliore fu quello di Ascoli, con cui, nel 1980 vinse in Canada anche la prestigiosa e celeberrima “Red Leaf Cup”. Può vantare il 100% di realizzazione dei calci di rigore in Serie A con 10 reti segnate su altrettanti tentativi. Dal 1991 al 1995 ha allenato il Brescia e nella stagione 2001-02 il Vicenza a fianco di Fabio Viviani, subentrando a Eugenio Fascetti
 
Andrés Guglielminpietro, detto GULY «Chiamatemi Guly e buonanotte, sarà più facile per tutti» 1974 (secondo altre fonti sarebbe però nato il 10 aprile) esterno d’attacco, ritiratosi il 1 gennaio 2007, arrivato a Milano nel 1998 vinse subito lo scudetto in quel Milan zaccheroniano che fu definito “Milan più scarso tra quelli vincenti”. Poi inizia subito la parabola discendente, passa all'Inter (scambio con Pirlo. Sic!) e poi al Bologna. E qui si dimostra emulo del connazionale Maradona durante una gara contro l’Udinese, Guly si trova in area avversaria; si allunga su un cross di un compagno e colpisce la palla con la testa, facendola carambolare in rete. Grande esultanza del laterale, che festeggia euforicamente con i compagni. Ma scattano le proteste dei bianconeri, in quanto hanno visto Guly deviare nettamente la palla con le mani. L’imputato si dichiara incredulo ed il gol viene convalidato. Ma la moviola darà ragione ai giocatori dell’Udinese, poiché dalle immagini si noterà benissimo l’argentino che devia la sfera con la mano in maniera intenzionale. Una brutta figura che poteva benissimo essere evitata. Dal novembre scorso allena il Nueva Chicago, nella serie B argentina.
 
ROBERTO AYALA 1973 difensore argentino, al Napoli dal 95 al 98 e poi 2 anni nel Milan, dove ha avuto come compagno Guly, nato anch'esso il 14 aprile, ma un anno più tardi. Ai Mondiali 2006 sbagliò uno dei rigori finali nel quarto, perso con la Germania
 
RENATO DOSSENA 1987 quando era portiere dell'Empoli, l'8 giugno 2012, parò un rigore al Vicenza a tre minuti dalla fine del rocambolesco playout di ritorno. All'Empoli per salvarsi bastava il pareggio e il punteggio era sul 2-2.  Meno decisivo, ma ugualmente importante, fu il rigore parato, il 23 febbraio 2013, al Padova, partendo dalla... tribuna. Dossena, infatti non doveva nemmeno andare in panchina. Nel riscaldamento prepartita il titolare Bassi si sente male, viene schierato il dodicesimo Pelagotti e Dossena, già in tribuna, viene chiamato in panchina. A 10 minuti dalla fine, sullo 0-0, Pelagotti commette in area un fallo da ultimo uomo. Rigore ed espulsione. Entra Dossena per affrontare subito, a freddo, Torello dal dischetto. Si butta dalla stessa parte, a destra, e anche stavolta respinge la palla “Dico grazie a me stesso per aver avuto l'intuizione di girarmi da quella parte” Attualmente Dossena è svincolato
 
MARCELO OTERO 1971 attaccante uruguaiano al Vicenza dal 1995 al '99. L'8 settembre 1996, prima giornata di campionato, realizzò una quaterna in Fiorentina Vicenza 2-4.
 
ELVIS ABBRUSCATO, 1981, figlio di fans di Presley, attaccante di Reggiana, Verona, Livorno, Triestina, Arezzo, Torino, Lecce, Chievo, Vicenza, Pescara, Cremonese, Feralpisalò, Fiorenzuola. Da pochi mesi è allenatore nelle giovanili della Reggiana.
 
NICOLA MARANGON 1971 difensore, Bologna, Brescia, Ospitaletto, Verona, Venezia, Treviso. E' stato l'unico giocatore veneziano a giocare in serie A col Venezia
 
ERJON BOGDANI, 1977 attaccante albanese, Reggina, Salernitana, Verona, Siena, Chievo, Livorno, Siena, Cesena. Attualmente fa parte dello staff tecnico della Nazionale CT De Blasi, che ha centrato la storica qualificazione ai prossimi Europei francesi “mi sarebbe piaciuto avere la possibilità di giocare gli Europei. Ma non importa, in Francia ci andrò anche io. E al nostro fianco ci saranno anche tutti i fratelli albanesi sparsi per il mondo”

Auguri anche a
EMANUELE TERRANOVA, 1987, difensore centrale del Sassuolo
GIANLUCA LAURENTI, 1990 ala destra, Bassano
MARIO GURMA,1982, attaccante albanese, Lupa Roma
MARCO MAINI, 1995, difensore centrale della Lucchese, in prestito dal Bologna
 
Buon compleanno all'arbitro, figlio d'arte, LUCA PAIRETTO, 1984.
E al neo-patron del Venezia JOE TACOPINA,1966, già della Roma e del Bologna 

Non si può non ricordare anche un anniversario tragico legato al 14 aprile. Infatti nel 2012 morì in campo, il povero PIERMARIO MOROSINI.
 
E, last but (giorna)least, auguri a MAURIZIO PISTOCCHI, 1956

  

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