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Campio-nati l'8 aprile: le bombe del gentiluomo Di Bartolomei, il brutto vizio di Flachi

Campio-nati l'8 aprile: le bombe del gentiluomo Di Bartolomei, il brutto vizio di Flachi

Oggi non cominciamo con gli auguri ma ricodando un grande campione, che oggi avrebbe celebrato il 61esimo compleanno, se non fosse tragicamente scomparso (si sparò un colpo di pistola al cuore) il 30 maggio 1994. AGOSTINO DI BARTOLOMEI, 1955, colonna della Roma,  tra i protagonisti (era anche il capitano), del secondo scudetto del 1982-83  Non era un personaggio mondano come Falcao, non  un eroe nazionalpopolare come Bruno Conti, ma per i tifosi della Sud una sua parola era quasi Vangelo. In una manifestazione antinuclearista un ragazzo inventò uno striscione "Le sole bombe che vorrei sono quelle di Di Bartolomei" con riferimento alle sue punizioni, di una potenza e di una precisione  sbalorditive. Molti portieri in quegli anni pensavano che, dovendo scegliere, forse era meglio subire un gol che beccarsi una pallonata di quel genere. Cominciò come centrocampista, (lo aveva fatto esordire, a 18 anni, Manlio Scopigno il 22 aprile 1973) poi Nils Liedholm ebbe una delle sue illuminazioni e lo spostò al centro della difesa. Anche se non era un fulmine, per recuperare palla c’era Vierchowod. Poi, con l'arrivo di Sven Goran Eriksson, viene considerato troppo lento per il tipo di gioco del tecnico svedese e viene ceduto al Milan. Ci rimane tre anni, fino all'arrivo di Sacchi, che – la storia si ripete – non lo ritiene utile per il gioco che ha in mente. Passa al Cesena nel 1987-88 e poi alla Salernitana, contribuendo al suo ritorno in B dopo 23 anni d'assenza.  Proprio oggi, a Roma, si svolgerà la prima edizione del Trofeo Ago,  che vedrà  affrontarsi le squadre di due licei, il Caravaggio e il Socrate di Roma. "Agostino Di Bartolomei - spiega una nota sul sito del Comune di Roma - è stato uno studente del Liceo Scientifico Statale 'F. Borromini', disputò e vinse la coppa Roma Junior Club 1972.  Il trofeo è attualmente conservato presso l’istituto artistico Caravaggio. La scuola avrebbe desiderato riconsegnare la Coppa alla famiglia Di Bartolomei, ma la famiglia stessa ha chiesto di metterla di nuovo in palio in memoria di Ago su quello stesso campo in cui Agostino giocò con la squadra giovanile del quartiere". Una tragica coincidenza. Si tolse la vita lo stesso giorno, il 30 maggio, in cui 10 anni prima la Roma aveva giocato e perso ai regori la finale di Coppa dei Campioni col Liverpool all'Olimpico.

Buon compleanno, invece, al leggendario GRZEGORZ LATO, 1950 ala, o meglio LATerale polacco. Giocò in Polonia, 18 anni nello Stal Melec, poi in Belgio nel Lojeren e infine in Messico nell'Atlante. Ma, soprattutto, nella Nazionale polacca, anche se il CT Kazimierz Gorski non lo vedeva di buon occhio per la sua incostanza, che lo portava a essere l’uomo in più nelle giornate di vena e un fantasma in quelle negative. Con la nazionale vinse le Olimpiadi di Monaco 1972 e arrivò terzo nel 1974 e nell'82. A Germania 74 fu capocannoniere con 7 reti. Cominciò con 2 gol all'Argentina e finì nella finale per il terzo posto col Brasile, partendo dalla sua metà campo. Non era però un attaccante egoista, perché spesso fornì degli assist decisivi ai compagni. Nel 2008 è stato nominato presidente della Federcalcio polacca. Nel 2012 gli successe Boniek.

Auguri a

FRANCESCO FLACHI, 1975, Attaccante di Fiorentina, Bari, Ancona, Samp, Empoli e Brescia. Appartiene alla categoria “genio e sregolatezza”. Nel settembre 2006  viene squalificato per 2 mesi perché nell'aprile dell'anno prima  aveva chiesto “informazioni” sul derby Roma-Lazio, finito poi 0-0. “Ma giuro su quanto ho di più caro al mondo che non ho mai scommesso in vita mia. Qualcuno mi mise in mezzo e venni sanzionato. Insomma: giocavo nella Samp, ero nel momento migliore della mia vita, mi si stavano spalancando le porte della Nazionale. Non ce l’ho fatta a reggere questa mazzata: ho reagito da bambino cedendo a una debolezza che poi, una volta tornato in campo, non ho più saputo contrastare. E dire che a pallone ci sapevo giocare anche bene”. Viene trovato positivo alla cocaina dopo un Sampdoria-Inter del 28 gennaio 2007. Squalifica di 16 mesi prima, allungata poi a 24. La sconta e si accasa ad Empoli, in serie B. L'anno dopo a Brescia. Ma ci ricasca. Viene nuovamente trovato positivo alla cocaina dopo la partita col Modena. Stavolta la squalifica è di 12 anni. Carriera finita. Si ricicla come gestore di una paninoteca a Firenze con l'ex compagno Saudati. Poi, sempre a Firenze rileva una pizzeria che, come sottolineò lui stesso, con notevole senso dell'ironia, aveva un nome adatto a lui: il “Tiratoio”

 Tanti auguri pure a

KARIM BELLARABI,1990 Ala destra del Bayer Leverkusen

IGOR AKINFEEV, 1986 portiere del CSKA Mosca

GEORGE PUSCAS, 1996 rumeno attaccanta del Bari, in prestito dall'Inter., quasi omonimo del fuoriclasse ungherese
ANDREA COCCO, 1986 attaccante del Pescara, 8 presenze in A col Cagliari
EDSON BRAAFHEID, 1983, terzino sinistro olandese della Lazio
RONALDO, nome completo Ronaldo Pompeu da Silva,1 990, centrocampista della Salernitana, in prestito dalla Lazio
MIRKO ESPOSITO, 1996, terzino destro Paganese
FABIO ADOBATI, 1988, terzino destro del Forlì, ex Atalanta
ALESSANDRO  TULLI, 1982 attaccante LUPA ROMA , ex Triestina, Lecce, Piacenza
NICOLA TALAMO, 1996 attaccante della Maceratese
IVAN PEDRELLI, 1986 terzino destro del Rimini

e, tra gli ex
GIUSEPPE ANTONIACCIO, 1972, difensore. Era nella Fiorentina in serie B nel 1993-94, e sempre in b con Barletta e Pescara
GIANFRANCO CINELLO, 1962, attaccante, 18 presenze in A in serie A con l'Udinese tra l'80 e l'82, in B con Empoli, Lecce, Tiestina, Como, Ternana, Cremonese e Avellino 
ROBERTO BOCCHINO, 1961, portiere,  4 partite in serie A con Sampdoria e Ascoli. E' stato il secondo di Bordon, Bistazzoni, Pazzagli e Lorieri
ANDREA SALVADORI,  1961, difensore, in serie A con Catanzaro e Atalanta
ROSARIO SASSO, 1958, libero “roccioso” e non poteva essere altrimenti (battutaccia). Era capitano della Reggina che nel 1987-88 fu promossa in serie B
ELIO RINERO, 1947, centrocampista, 5 presenze nella Juve che vinse lo scudetto nel 1966-67

L'8 aprile era nato anche
PAOLO CAROSI, 1938 -2010, centrocampista di Lazio, Udinese e Catania e poi allenatore di Avellino, Fiorentina, Cagliari, Bologna, Lazio e Monza. Fu protagonista di un singolare aneddoto in occasione di  un Milan-Lazio alla 4ª giornata del campionato 1966-1967. L'arbitro Angonese, con i rossoneri in vantaggio per 2-1, fischiò la fine dell'incontro con due minuti di anticipo. L'allenatore biancoceleste Mannocci ed alcuni giocatori si resero conto della svista arbitrale e protestarono vibratamente mentre altri, tra cui il Barone Carosi rientrarono mestamente negli spogliatoi. Angonese, accortosi dell'errore, richiamò in campo le due squadre. Carosi, che era già sotto la doccia, si rivestì in fretta e tornò in campo, sollecitato dalle preghiere di compagni ed avversari. Non si riallacciò neanche gli scarpini e non tornò nella sua posizione abituale (tanto mancavano la miseria di due minuti), stazionando a metà campo. Ricevette un pallone innocuo e, vedendo il compagno di squadra Bagatti libero, gielo porse di precisione, mandandolo in rete per il gol del definitivo 2-2.

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