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  • Caos biglietti, la Juve: 'Siamo sconvolti, ma non patteggiamo'. L'Antimafia: 'Non solo loro, sentiremo altre società'
Caos biglietti, la Juve: 'Siamo sconvolti, ma non patteggiamo'. L'Antimafia: 'Non solo loro, sentiremo altre società'

Caos biglietti, la Juve: 'Siamo sconvolti, ma non patteggiamo'. L'Antimafia: 'Non solo loro, sentiremo altre società'

L'avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, è stato udito nuovamente nella giornata di oggi davanti alla Commissione Antimafia in merito alle infiltrazioni di stampo mafioso sulla compavendita di di biglietti dello Juventus Stadium. Prima di rispondere alle domande della presidente Rosy Bindi, l'avvocato Chiappero ha spiegato ancora una volta la posizione della Juventus: "Domani inizia il procedimento penale a carico degli imputati del processo torinese, voglio dire che la Juventus non si costituirà parte civile perché tecnicamente non c'è la possibilità di farlo. Il privato ha diritto di costituirsi parte civile quando è persona offesa o danneggiata, in quel caso si può costituire anche per il reato di associazione di stampo mafioso. Quando manca il reato e non c'è una persona offesa, la possibilità di costituzione esiste per il 416 bis solo per chi tutela interessi pubblici e non per i privati. Per questo ho detto alla società che è impossibile tecnicamente costituirsi parte civile.


RISPOSTA ALLA BINDI - "Alla presidente Bindi, che mi ha richiamato sul fatto che non si deve negare l'esistenza di un problema, voglio spiegare che la scorsa volta tentavo di sostenere che noi non eravamo a conoscenza dell'esistenza del fenomeno. Non volevo dire che sottovalutiamo il problema, ma quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo preso provvedimenti. Non volevo sottovalutare, né dire che non esiste. Questa esperienza ci ha minato profondamente, questa vicenda ci ha sconvolto".

IL RUOLO DI DOMINELLO - "Siamo stati sicuramente fuorviati dal fatto che Rocco Dominello aveva dei modi urbani, era di più facile interlocuzione. È qualcosa di diverso dalla mafia silente, non appariva in questi termini, tutto appariva mescolato dal tifo, tutti lo riconoscevano per tifoso juventino e lui si presentava come tale; il tifo confonde. Dobbiamo fare di più: nel momento in cui si scopre che una persona ha determinate parentele, bisogna muoversi e scrivere. D'ora in poi cercheremo di avere canali diretti per bypassare la lentezza con cui arrivano i certificati antimafia".

AGNELLI NON SAPEVA - "Escludo in modo assoluto che ci siano stati rapporti amicali tra Rocco Dominello e il presidente della Juventus, non ho trovato nulla di questo tipo nelle carte, il presidente lo ha escluso pubblicamente. C'è solo una dichiarazione di Dominello che parla di un incontro a cui il presidente sarebbe stato presente. Rocco Dominello è stato intercettato per due anni e mezzo e non c'è una sola telefonata riferibile ad Agnelli. Questo è quello che più ci spiace del capo di incolpazione".

AMMISSIONE DELL'ERRORE - "Ammettiamo di aver sbagliato sotto il profilo del numero dei posti riservati e pagati ma non accettiamo che all'interno del capo di incolpazione c'è l'affermazione di aver utilizzato una persona che è quel Rocco Dominello di cui il Presidente non si è mai occupato. Questa persona è arrivata a noi insieme a un signore che si chiama Fabio Germani. Agnelli non conosceva Rocco nè sapeva chi fosse. Se per caso lo conosceva, lo conosceva come tifoso e referente di una curva".

NO AL PATTEGGIAMENTO - "Noi ammettiamo quanto ci viene contestato sulla gestione della vendita dei posti assegnati, ma quello che non ci consente oggi di andare dal procuratore federale (Giuseppe Pecoraro, ndr) per chiudere (patteggiando, ndr) la partita, è che c'è un'affermazione non vera che dice di aver in qualche modo utilizzato, sapendolo, la figura di Dominello, della cui provenienza noi eravamo totalmente all'insaputa".


LA BINDI - La presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi ha però risposto all'avvocato Chiappero. "Forse alcune carte non le ha l'avvocato: quando si dice sicuro che il presidente non ha incontrato. Lei continua a dire che non ci sono stati rapporti ma da alcune intercettazioni emerge il contrario. La disponibilità a venire in Antimafia è una disponibilità del presidente Agnelli, già acquisita. Noi abbiamo interpellato la società attraverso l'avvocato che ha esordito alla seduta della volta scorsa dicendo che sarà il presidente stesso a venire. Non sarà l'unico: il problema riguarda anche altre società e saranno chiamati qui altri presidenti di altre società con lo scopo di individuare insieme come uscire da una realtà innegabile. Aver acquisito la disponibilità di Agnelli a venire in Antimafia fa onore a lui e rende ancora più evidente l'obiettivo del nostro lavoro".


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