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  • Capitano 'in pectore':| Toro, Coppola uomo in più

    Capitano 'in pectore':| Toro, Coppola uomo in più

    • A.S.

    Da quando s'è infortunato al ginocchio, Ferdinando Coppola non è più il portiere del Toro però è diventato una specie di capitano non giocatore. Era un leader silenzioso, ora è un punto di riferimento per tutti, compagni e dirigenti: mentre sta lavorando per anticipare i tempi della guarigione, parallelamente ha messo a disposizione la sua esperienza alla squadra. Lui non offre nulla, però chi bussa alla sua porta riceve sempre udienza. I compagni dicono che le sue manone sanno equamente distribuire carezze e schiaffetti: non v'è dubbio che il principale destinatario dei buffetti sia Lys Gomis, il terzo portiere che sta cercando di crescere - come uomo e come calciatore - all'ombra dei colleghi più esperti e sotto la strettissima marcatura dell'allenatore Zinetti.

    UOMO SQUADRA - Da quando ha buttato via le stampelle e può muoversi liberamente, Coppola è tornato a seguire i compagni anche in trasferta. Ovviamente c'era anche a Bari, quando pure avrebbe potuto contentarsi di vedere la partita in tv da casa. Invece s'è svegliato all'alba e alle sei e mezza di sabato mattina era già a Caselle, pronto per imbarcarsi sul Torino-Roma. A Fiumicino ha atteso circa un'ora la coincidenza per Bari, tuttavia nel ritiro di Palese il portiere lungodegente è giunto in tempo per pranzare assieme alla squadra. Con i compagni ha poi vissuto tutti i momenti del pre-gara, mentre l'emozione della partita l'ha vissuta in tribuna, accanto ai calciatori non scelti da Ventura per entrare nel referto dei 18 e a pochi metri da Cairo, Comi e Petrachi. Ma subito dopo il triplice fischio di Baracani Coppola era già negli spogliatoi, in mezzo ai compagni con cui poi sarebbe rientrato a Torino in nottata.

    IL FUTURO - L'infortunio gli ha fatto finire il campionato con quattro mesi d'anticipo, tuttavia il portiere non si è mai sentito fuori dal Toro, pur essendo soltanto in prestito. Anzi, forse è proprio nelle settimane in cui ha avuto maggior tempo per pensare - subito dopo l'intervento chirurgico e la prima fase di riabilitazione - che Coppola ha metabolizzato intimi desideri peraltro già confessati a molti compagni. Torino, intesa come città, è subito piaciuta alla moglie e ai suoi tre figli, peraltro abituati ai traslochi determinati dal nomadismo nella carriera del portiere napoletano. E il Toro ha fatto il resto, completando l'opera. Tanto che agli amici più stretti Coppola ha confidato di sperare in una conferma, assolutamente conscio di dover recuperare posizioni dopo l'infortunio al ginocchio. Impossibile - non solo a livello pratico: soprattutto biologico - pensare di rientrare in questo campionato, tuttavia gli sforzi di Coppola sono tesi a una guarigione che gli consenta di cominciare la prossima stagione, almeno teoricamente, alla pari con gli altri. Con un infortunio da superare e lasciarsi alle spalle, d'accordo, ma intanto già nelle condizioni di potersi allenare con lo stesso ritmo e la medesima intensità. La società valuterà solo a promozione ottenuta quale sia la miglior strategia per la serie A, tuttavia Coppola non deve sentirsi escluso dal progetto proprio perché in questi mesi ha dimostrato di poter incidere anche da fuori e con un ruolo - all'apparenza - da comprimario.

    (Tuttosport - Edizione Locale)

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