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  • Mancini e i capitani approssimativi

    Mancini e i capitani approssimativi

    Il capitano: un ruolo delicato, che non tutti i calciatori possono ricoprire. Non basta essere il più bravo: devi avere carisma, devi saper trascinare i compagni, devi essere un esempio dentro e fuori dal campo, uno che tiene il gruppo quando le cose vanno bene e che ci mette la faccia quando le cose vanno male. Una figura con la quale i tifosi si identificano, spesso delle vere e proprie bandiere, destinati a rappresentare la squadra per anni. Se fino a qualche anno fa la fascia di capitano era sacra e intoccabile, oggi si può assistere a situazioni paradossali come il Milan della scorsa stagione quando, nel corso della stessa annata, ci furono ben sette capitani diversi: Montolivo, Abbiati, Bonera, Abate, Mexes, Alex, Muntari. Segno di una mancanza di figure con una definita leadership tecnica e carismatica. Una situazione di confusione in cui è pienamente finita l'Inter. Sembrano lontani i tempi di Baresi e Bergomi, di Maldini e Zanetti...

    EREDE DI ZANETTI CERCASI - I nerazzurri, per ben quindici stagioni (dal '99 al 2014), hanno associato alla fascia di capitano il volto di Javier Zanetti, vero e proprio simbolo dell'era morattiana, esempio di fedeltà e dedizione alla causa interista, divenuto con il tempo una leggenda: recordman di presenze con la maglia dell'Inter, osannato dai suoi tifosi, rispettato da arbitri e avversari. Con il suo addio al calcio giocato, nell'estate del 2014, la scelta del successore dell'argentino ricadde su Andrea Ranocchia: giovane, italiano, con alle spalle già quattro stagioni a San Siro. Ma la stagione dell'Inter fu decisamente negativa, e Ranocchia rimase immerso nella mediocrità del campionato della squadra di Mazzarri prima e di Mancini poi: prestazioni non all'altezza e mancanza di carisma, oltre a un amore con i tifosi mai definitivamente sbocciato. Feeling che non è sbocciato nemmeno con il Mancio, che in estate ha deciso di bocciare il difensore umbro, relegandolo in panchina. Si è deciso così di puntare in maniera pesante su Mauro Icardi, capocannoniere dell'ultima Serie A, già 36 gol con la maglia nerazzurra nonostante i soli 22 anni. Fuori Ranocchia, dentro Icardi quindi, eletto a nuovo simbolo dell'Inter manciniana. Ma in questa stagione il bomber argentino sta incontrando numerose difficoltà, con il tecnico jesino che non lo considera intoccabile come si dovrebbe fare con un capitano, che dovrebbe sempre essere in campo. Guarin e Medel hanno già sostituito Icardi in questa stagione, e l'impressione è che non si tratti solo di casi sporadici. La domanda sorge spontanea: chi è, e chi sarà, il capitano di questa Inter?


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