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  •  Careca:| 'Sì, Maradona è meglio e Pelé'

    Careca:| 'Sì, Maradona è meglio e Pelé'

    «Benvenuto nel club dei cinquantenni». Così gli dirà sabato Careca, quando gli telefonerà. E sa pure Maradona come gli risponderà. «Ma su questo è meglio sorvolare», scherza l’ex campione brasiliano che con Diego formò la più fantastica coppia della storia del Napoli.
    E allora, anche i Pibe crescono, caro don Antonio.
    «Cresce lui, ma resta sempre giovane il suo mito. Diego ancora oggi è il calcio e, vedrete, così sarà anche tra trent’anni».
    E Pelè modello di Careca ragazzino dove lo mettiamo?

    «Un fenomeno pure lui. Un altro mito».
    Non svicoli, Careca. La domanda è questa: Maradona è meglio ’e Pelè oppure no?
    «Beh, Se vogliamo, Pelè era più completo. Giocava con tutti e due i piedi ed era fortissimo anche di testa».
    E Maradona?
    «Diego aveva una sola gamba ma faceva cose straordinarie. Inventava. In mezzo al campo era un prestigiatore. Oltre che un atleta eccezionale, è ovvio».
    Ha dribblato. Non ha risposto al biblico dilemma.
    «Diego ha regalato alla gente più emozioni e più allegria. E allora, se il calcio è spettacolo, divertimento, allegria, debbo dire che, sì, Maradona è meglio ‘e Pelè».
    Che cos’è stato giocare accanto a lui: un’avventura, una gioia, una fortuna?
    «È stato tutto questo, ma per me è stata soprattutto una scelta. Nell’estate del 1987 il San Paolo mi disse che aveva contatti con un paio di club spagnoli e che mi avrebbero ceduto. Puntai i piedi. Dissi che mi sarei spostato dal Brasile solo per andare al Napoli. Per giocare con Diego Maradona. E così fu».
    Quando pensa a lui qual è la prima cosa che le viene in mente?
    «La sua umanità. Diego è un buono, un generoso. E ha un senso dell’amicizia al di fuori del comune. Ecco, per me è prima di tutto un grande uomo prima ancora che un’icona del pallone».
    Un uomo con i suoi molti pregi e i suoi molti difetti.
    «E chi sono io per poter giudicare i difetti di un altro? Sì, Diego ha commesso degli errori e per questo ha messo a rischio la sua vita, ma ha saputo reagire, combattere, rinascere. Diego è un gatto: ha sette vite».
    Grande uomo, inimitabile giocoliere del pallone, però come ct…
    «Per quello che la Seleccion rappresenta e per le attese degli argentini, anche se in Sudafrica fosse arrivato secondo avrebbero parlato di fallimento. Diego è andato al Mondiale con un peso enorme sulle spalle. Ha accetto la sfida e non è stato fortunato. Tutto qua».
    Diego ha chiuso con il calcio?
    «Mi auguro di no. Spero che non sia così. Il calcio ha bisogno di Maradona e Maradona del calcio».
    Lo rivedremo in panchina da qualche altra parte?
    «Ne sono convinto. Anche se…»
    Anche se?
    «Anche se per lui non escluderei una carriera da dirigente. Chissà, forse un giorno potrebbe diventare lui il capo dell’Afa, la Federcalcio argentina».
    Mandiamo un biglietto d’auguri a Maradona. Che cosa ci scriviamo?
    «Caro Diego, che per prossimi cent’anni la vita tua e della tua famiglia sia felice, sia serena. E benvenuto nel club dei cinquantenni».


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