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  • Carpimania: il cuore oltre lo steccato
Carpimania: il cuore oltre lo steccato

Carpimania: il cuore oltre lo steccato

  • Gabriele Pasca
 È la domenica che non ci si aspetta, in grado di scombinare i piani di centinaia di tifosi blucerchiati, accorsi a Modena molto più che speranzosi. In fin dei conti, va bene, il Carpi ha avuto la meglio sull’Udinese sabato scorso, però i fuochi di paglia ogni tanto si vedono e poi “non capiterà di sicuro a noi”. Invece i biancorossi continuano nella loro striscia positiva e tornano a far sognare i pochi, bisogna dirlo, supporter presenti al Braglia. Pochi, quantomeno, rispetto a quelli doriani che hanno affollato metà settore ospite.

Polemiche a parte, possiamo certamente dire che la scelta di Castori di riconfermare gli undici visti contro i friulani ha pagato bene, partendo dalla porta: molti si chiedono per quale motivo la dirigenza si stia ancora impegnando a trovare un nuovo portiere; Belec, seppur giovane, sta dimostrando una possanza fisica davvero importante, anzi, quasi determinante. Perché, ammettiamolo, con Brkic in porta forse avremmo visto una partita diversa. Nel pantheon di oggi, poi, ci finisce, senza ombra di dubbio, quell’uomo fatto guizzo di Totò Di Gaudio, minuto, è vero, ma dalla grande generosità e dalle ripartenze fulminanti, per non parlare di quel rigore procurato, toccasana per l’economia della gara. Avrebbe meritato di batterlo, forse. Di sicuro lo avrebbe meritato più di un Mbakogu lento, poco reattivo, quasi in campo controvoglia. Probabilmente non al top fisicamente, certo, ma è una scusa che regge fino a un certo punto. La carrellata termina con Lollo che, dopo quell’episodio contro la Juve, sembra intenzionato a farsi assolvere completamente: capo cosparso di cenere, dunque, e un gol dal sapore dolce. La curva ha già dimenticato.

Ora l’imperativo categorico è “tornare con i piedi per terra”. Per tanti motivi: perché così si lavora meglio, perché, comunque, si è ancora terzultimi e, soprattutto, perché domenica c’è l’Inter, a San Siro. E a quanti diranno che “comunque la squadra di Mancini non gode di ottima salute” bisognerà rispondere con un “tanto peggio”. Perché la sete di punti di un armata, con una coppia del tipo Jovetic-Icardi, forse è più sanguinaria di qualsiasi altra nobile intenzione. Ad ogni modo, giocarsela non costa nulla.
 

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