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  • Caso Donnarumma, parla il cognato: 'Si vede ancora al Milan, vuole restare'

    Caso Donnarumma, parla il cognato: 'Si vede ancora al Milan, vuole restare'

    "Chi ti critica non ti conosce, Milan società di pagliacci #chefpaoletti #iostocondonnarumma". Era stata questa la prima reazione della famiglia di Gigio Donnarumma alle polemiche e alle offese che avevano invaso i social network giovedì scorso, nelle ore successive alle dichiarazioni di Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, in cui veniva comunicata l'intenzione del classe '99 di non rinnovare il contratto in scadenza 2018. A scriverle, su Instagram, era stato Carmine Paoletti, cognato del portiere rossonero. Parole che avevano scatenato la rabbia dei tifosi milanisti, ma anche dello stesso Donnarumma, che ha subito telefonato a Paoletti: "Ma che hai scritto? Io tifo Milan, non attaccare la mia società".

    'VUOLE RESTARE' - A chiarire la situazione ci ha pensato oggi lo stesso Paoletti, intervistato dal Mattino: "Non pensavo che le mie parole potessero avere tanto peso, è stata una reazione istintiva quando ho visto attaccare duramente mio cognato, che conosco da quando aveva 8 anni, da coloro che prima lo osannavano. Ho assistito alle sue recite da bambino, ero accanto a lui quando ha pianto di gioia realizzando il sogno di giocare in Serie A nel club che porta nel cuore, ora lo vedo piangere e star male. Non ho pensato neanche per un istante di mettermi contro una società che ha fatto la storia del calcio. Nonostante io sia tifoso del Napoli nutro grande rispetto per il club rossonero, ma sono un essere umano. D'altronde non sono un personaggio pubblico, non pensavo a tutta questa risonanza mediatica. Ora arrivano addirittura minacce di morte nell'attività che la mia famiglia gestisce da quattro generazioni. La verità è che Gigio non ha mai detto di voler lasciare il Milan. Ha semplicemente chiesto tempo prima di decidere del suo futuro visto che voleva concentrarsi sulla Nazionale. È stato il Milan a dargli l'ultimatum: voleva una decisione nell'immediato. Da lì è partita la reazione mediatica, ma è stata una cosa molto forzata. Ecco perché io ho avuto quello sfogo. Gigio non vuole andar via, era tranquillo del suo contratto in essere ancora per un anno. So per certo che non ha neanche mai chiesto a Raiola se ci fossero altri club interessati a lui: ha sempre visto solo il Milan nel suo futuro".

    'RINNOVO APERTO' - "Non è mai stata una questione di soldi. Per fortuna la nostra famiglia ha sempre lavorato duro e il piatto a tavola l'ha sempre messo. Gigio è stato il giocatore meno pagato del club la scorsa stagione, eppure non ha mai battuto ciglio. È talmente giovane che ha ancora tutta la carriera davanti, al denaro non ci pensa. E in più non saprebbe neanche come spendere ora i suoi soldi, visto che ha paura anche di viaggiare. La sua vita è fra i pali, a difesa della porta, e sperava fosse quella rossonera. È il suo unico pensiero. Eppure si è alzato un polverone per nulla. Quest'anno con il Milan era sempre molto triste dopo le sconfitte, ma non ha mai pensato neanche per un attimo di lasciare la squadra, nonostante le difficoltà. Ora che si sta costruendo una rosa competitiva avrebbe dovuto cambiare idea? Rispetto al fratello Antonio ha un carattere totalmente diverso: Gigio è solare, ma ultrasensibile e non merita di essere al centro di queste polemiche. Ha baciato la maglia perché era quello che sentiva e di certo non lo rinnega. Ma investirlo del titolo di bandiera dopo solo un anno da titolare alla sua età mi sembra un carico eccessivo. A volte si porta tutto all'esasperazione. Gigio tiene tanto al Milan. Secondo me se la società si apre al dialogo non vedo motivi per cui il loro rapporto debba finire. A meno che ormai non si sia rotto completamente l'ambiente. A me piace pensare che l'amore vinca su tutto, ma bisogna essere in due".

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