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  • Castrovilli, il 'ballerino' fa sorridere Tesser: gol e magie nel mito di Kakà

    Castrovilli, il 'ballerino' fa sorridere Tesser: gol e magie nel mito di Kakà

    • Angelo Taglieri
    Non seguire più il ritmo, ma dettarlo. Niente più "Unoduetrequattro" dell'insegnante, piroette ed esercizi alla sbarra, ma tunnel, dribbling, doppi passi e gol. Quando era bambino Gaetano Castrovilli ballava, sognava di fare il ballerino di danza classica; poi un pallone è entrato nella sua vita. E ora, la sua vita è quel pallone. Trequartista classe '97 cresciuto nel Bari, è stato acquistato dalla Fiorentina per poco meno di 1,5 milioni di euro, dopo che la Viola lo ha esaminato al Viareggio, quando il club pugliese lo ha dato in prestito per il prestigioso torneo giovanile. Nonostante la pressione, el Castro ha lasciato il segno, andando in gol subito all'esordio. Trequartista, nato a Minervino, a 90 km da Bari, ogni giorno faceva 180 km per inseguire un pallone. E un sogno. Che oggi è diventato realtà.

    CHE SETTIMANA! - Sì, perché il giovane pugliese, accostato a Cassano più per le origini che per le qualità tecniche, piano piano sta realizzando i propri sogni: prima il primo gol da professionista, domenica, con la maglia della Cremonese, dove è in prestito, con i difensori dell'Avellino che lo stanno ancora cercando; poi la doppietta con l'Italia Under 20 nella giornata di mercoledì, nel 6-1 alla Polonia, con la maglia numero 10 indosso. La Fiorentina, che lo ha preso anticipando le big, Juve su tutte, ha deciso di mandarlo in prestito in B (dove aveva collezionato 10 presenze con i Galletti) a Cremona, piazza tranquilla e storica, dove c'è Attilio Tesser che fa del 4-3-1-2 uno stile di vita, oltre che di gioco. E quell'uno, là tra le linee, è perfetto sul corpo atletico, forte e robusto, da ballerino insomma, di Castrovilli. Che ha un mito, come tutti i ragazzi, un giocatore che segue e studia: "Il mio idolo è sempre stato Kakà. Da piccolo non mi perdevo una partità, ora cerco di seguirlo anche se è negli Stati Uniti". Anche se da piccolo, giocando per strada, prima che Mario e Michela lo iscrivessero alla scuola calcio, vestiva la maglia numero 10 dell'Argentina. La danza era già acqua passata, ora il tempo lo detta lui. Unoduetrequattro...

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