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  • Catalogna, una crisi non solo politica: Barcellona ed Espanyol, che differenza

    Catalogna, una crisi non solo politica: Barcellona ed Espanyol, che differenza

    • Giorgio Baratto, inviato a Madrid
    Domenica 1° ottobre i catalani sono chiamati a votare per il referendum che potrebbe significare la dichiarazione d'indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Per molti sembra non avere importanza che il referendum sia stato dichiarato illegale da parte del governo spagnolo, gli irriducibili del "diritto a decidere" voteranno e, almeno nelle intenzioni del Governo catalano, se i Sì dovessero superare i No anche di un solo voto, la dichiarazione d'indipendenza sarà proclamata, legale o meno che sia. Inutile dire che la Spagna sta vivendo una delle più grandi crisi politiche degli ultimi 40 anni, e il mondo del calcio non è rimasto al margine del malcontento che si può respirare in questi giorni al di qua dei Pirenei. 

    LA SCELTA DEL BARCELLONA - Curiosamente, l'abbreviazione usata in Spagna per indicare il fatidico giorno del referendum catalano ricorda un classico risultato calcistico. Quotidiani e telegiornali, infatti, si riferiscono all'1-O quando parlano dell'atto di autodeterminazione dei catalani, dove uno sta per il giorno del calendario e la "O" che scritta sembra uno zero, si riferisce al mese di ottobre. Il Football Club Barcellona non ha tardato a scegliere da che parte stare, e con un comunicato ufficiale ha assicurato che "Continuerà ad appoggiare la volontà della maggioranza del popolo di Catalogna"; così come ha fatto un altra squadra catalana che milita in prima divisione, il Girona. Una decisione che è stata criticata da chi avrebbe preferito che la politica si mantenesse alla larga dai campi di gioco. Cosa che ha rispettato l'Espanyol, l'altra squadra di Barcellona, rimarcando che "I posizionamenti pieni di parole vuote non servono a niente". Ma se le parole non servono a nulla, come assicura l'Espanyol, il Lleida, la squadra della città di Lerida, che milita in Segunda B, ha voluto fare di più. In occasione della partita di campionato contro l'Atletico Saguntino di domenica scorsa, i dirigenti hanno deciso di far scendere in campo i giocatori con una maglietta che ricordava la Seynera, la bandera a strisce rosse e gialle della Catalogna, tentativo bloccato dalla terna arbitrale perché la divisa non era una di quelle ufficiali presentate alla Federazione.

    IL TWEET DI PIQUÉ - Se le società hanno scelto o meno di scendere in campo, anche i calciatori hanno voluto esprimere il loro pensiero, primo fra tutti Gerard Piqué, da sempre un convinto sostenitore della Nazione catalana. con un semplice messaggio nel suo profilo di Twitter, il difensore del Barcellona e della nazionale spagnola ha scritto: "Votarem" (voteremo) motto che viene ripetuto a gran voce nelle piazze di Barcellona in questi giorni, contro il Governo di Mariano Rajoy che sta utilizzando ogni mezzo garantito dalla Costituzione spagnola per evitare che il referendum venga celebrato. Esternazione che ha causato feroci critiche da parte di tifosi e giornalisti, e c'è chi si chiesto perché Piqué continua a vestire la maglietta della nazionale. Anche Sergio Ramos ha espresso il suo parere sul Tweet del compagno, aggiungendo un pizzico di polemica alla querelle: "Non è il modo migliore per evitare di essere fischiato," ha detto il difensore del Real Madrid riferendosi all'accoglienza che Piqué riceve quando gioca con la maglia delle Furie Rosse in uno stadio che non sia il Camp Nou.

    FUORI DA LIGA E CHAMPIONS - Naturalmente, non potevano mancare i riferimenti al "problema" legato a dove giocheranno le squadre catalane se l'indipendenza dovesse davvero essere dichiarata. Il presidente della Liga Javier Tebas è stato categorico: "Se il processo indipendentista dovesse arrivare alla sua conclusione i club catalani non potranno giocare in Liga." E c'è chi vede come un danno irreparabile l'eventuale definitivo addio a un match come il Clasico Real-Barça uno spettacolo calcistico seguito da miliioni di spettatori in tutto il mondo. Per ora, la partita che preoccupa maggiormente è quella di domenica tra il Barcellona e Las Palmas, il cui fischio iniziale è previsto per le 16,15. Per il presidente Tebas il fatto che si giochi lo stesso giorno del referendum non cambia nulla. "Per noi sarà una domenica di campionato normale, come le altre, - assicura, - Non cambieremo l'orario del match". 

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    FLASH DA BARCELLONA
    (foto Reuters/Corriere della Sera) - Le ultime notizie da Barcellona, alla vigilia del referendum del 1° ottobre: una persona ha sparato con una carabina ad aria compressa contro l’ingresso di una scuola di Manlleu. Il tribunale spagnolo blocca il voto via web. Manifestanti occupano 163 scuole e la polizia mette i sigilli a 1300 scuole. Il presidente del Parlamento europeo Tajani: "Referendum inaccettabile".

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