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  • Catania-Juve: giallo web per Maggiani

    Catania-Juve: giallo web per Maggiani

    L’Aia: «La pagina Facebook non è sua». Ma il guardalinee sapeva? E intanto sarà fermato un mese.
    Maggiani, il web e lo stemma Juve: è giallo.
    È ri-successo: Maggiani annulla quanto finisce in rete. Benvenuti dentro l’ultimo giallo intorno a Catania-Juve. Dopo il fuorigioco di Bergessio, la moviola mostra la posizione irregolare del profilo Facebook dedicato (non appartenente) all’assistente. Per capire la distinzione ecco un breve dizionario per chi non è interconnesso; il «profilo» è una pagina personale di ogni utente iscritto al social. Il «profilo pubblico (o fan page)» comequello di Maggiani è una sezione dedicata a un’organizzazione, ente o personaggio noto, che può essere creata dallo stesso o da un terza persona. Fatta la premessa, ad avviare la navigazione è Antonino Pulvirenti: «C’è lo scudetto della Juve sul profilo di Luca Maggiani, la sudditanza psicologica mi sembra evidente» informa il presidente del Catania a Radio Anch’io Sport.


    Stop Secondo l’Aia (Associazione italiana arbitri) Pulvirenti è finito in off-side. La notizia secondo la quale Maggiani «sia titolare di un profilo personale o di una pagina sul social network Facebook è destituita di ogni fondamento». L’Aia sbandiera anche l’episodio alla Procura federale perché «accerti le responsabilità di soggetti eventualmente tesserati», stessa linea seguita da Maggiani, che sull’episodio ha richiamato l’attenzione della Polizia Postale. L’Aia prende anche altri provvedimenti: Maggiani è stato fermato, non scenderà in campo nel prossimo turno, e probabilmente non lo farà per il prossimo mese. E a fine torneo l’assistente verrà dismesso per sopraggiunti limiti di età. L’assistente non commenta il caso scoppiato on-line, ma tra virgolette infila comunque questa dichiarazione: «Sono sereno, molto sereno. Può capitare di sbagliare e capiterà ancora».

    Facebook Il giallo resta però intrappolato nelle rete: il profilo di Maggiani, una fan page con 2.340 iscritti (seguaci da tastiera aumentati nelle ultime 48 ore) contiene tra le informazioni personali il contatto web della «Raggio Verde», società di cui Maggiani è realmente l’amministratore delegato. Altri web-thriller: il sito della Raggio Verde risultava ieri irraggiungibile. E poi ecco le foto postate (= pubblicate su internet) all’interno della pagina facebook, che risultano tutte caricate nei mesi scorsi: nove immagini ritraggono Maggiani in posa, con la divisa gialla fosforescente da guardalinee in compagnia di ragazzi e ragazze (alcuni effettivamente riconosciuti dall’assistente); un’altra lo inquadra sorridente al volante di un’auto sportiva. E poi l’immagine del gagliardetto incriminato, il logo della Juve che dopo il putiferio on-line viene sostituito con quello dello Spezia. Lampeggiano, senza essere rimossi, anche un’ infinità di insulti del tifo anti-bianconero.

    Ipotesi Se davvero Maggiani non è il titolare del profilo, chi altro può aver creato il cyber-caos? E Maggiani, visto il contenuto personale di foto e info, era a conoscenza del profilo? (Se si, non ha comunque alcuna colpa). 1) Può essere stato un conoscente del guardalinee, magari un giovane collega della sezione di La Spezia, che in buona fede ha montato il pasticcio. Versione che spiegherebbe l’inserimento di informazioni personali e delle foto posate. 2) Chi ha creato il profilo di Maggiani non è un conoscente dell’assistente ma un internauta che ha raccolto in rete info e immagini e che ha poi maliziosamente inserito la foto del logo juventino (poi sparito). Versione che spiegherebbe la non-chiusura dell’intero profilo: qualcuno evidentemente si diverte a tenerlo acceso. 3) E se l’hacker fosse Bergessio?
    (Alessandra Gozzini - Gazzetta dello Sport)
     

    Non una bravata messa lì apposta da qualcuno dopo il disastro di Catania: il posto con quel simbolo della squadra bianconera recava il giorno 8 giugno, successivo allo scudetto della Juventus conquistato l'anno scorso.
    Maggiani e il giallo sul web: lo stemma della Juve appare e poi... scompare.
    «Sono sereno, molto sereno» . L'errore che ha segnato Catania-Juventus, basterebbe questo a togliere il sonno. Ma non basta. C'è, sul profilo Facebook che porta il suo nome (e che lui ha smentito di avere), lo scudetto della Juventus. Avanza per scatenare una nuova bufera. «Sono sereno, molto sereno» ripete Luca Maggiani, 44 anni, a fine stagione assistente dell'Aia pensionato per limiti d'età dopo una lunga carriera, come arbitro fino all'allora Interregionale e poi, dalla serie C in poi, come guardalinee, fino alla finale di Europa League del 2010 (con Rizzoli arbitro centrale, i casi della vita). «Sono sereno perché può capitare di sbagliare e capiterà ancora» . La serenità data dall'esperienza. Maggiani sarà fermato, lo hanno già fatto i vertici dell'Aia e della Can.


    PROFILO FACEBOOK - Fermato, accusato dell'errore ( «Maggiani non ha letto bene l'azione e non aveva certezze» ha ripetuto anche ieri il designatore Braschi) ma difeso, anche. C'è la storia, brutta, del profilo Facebook, il nome è il suo, le foto (su una Porsche, con alcuni giovani, forse arbitri) pure, non ci sono avvisi o avvertenze (come, invece, su altre pagine fan dedicate agli arbitri), il dubbio è più che lecito. Perché, poi, c'è quello scudetto della Juventus a fianco di quello dello Spezia, che letto con gli occhi di chi ha vissuto quei 45 secondi che sono serviti per ribaltare una decisione giusta in una sbagliata al Cibali, suona malissimo. C'era, anzi, la zebra juventina perché ieri, in tarda mattina, è sparita. Non una bravata messa lì a posta da qualcuno dopo il disastro di Catania: il posto con quel simbolo della squadra bianconera recava il giorno 8 giugno, successivo allo scudetto della Juventus conquistato l'anno scorso. «Non è il mio» ha detto e messo per iscritto Maggiani all'Aia, che ha annunciato querele e ha dato mandati alla Procura federale di indagare (soprattutto su Pulvirenti).

    SERENITA' - «Sono sereno, il presidente dell'Aia non mi ha autorizzato a parlare, ma l'Aia ha già smentito la storia del profilo Facebook» ha detto Maggiani, prima che gli venisse messo il bavaglio. Nell'occhio del ciclone da domenica pomeriggio, l'assistente della sezione di La Spezia, oltre 200 presenze in serie A, non ha mostrato segni di cedimento. Ha perso il fotogramma giusto, s'è perso Bergessio su quel doppio tocco di Spolli-Lodi che lo ha mandato in tilt. L'istinto, dice chi era sul campo, chi ha raccontato l'episodio, lo aveva portato ad alzare la bandierina, La foto che cristallizza l'attimo lo vede correre verso il centrocampo, prima delle proteste, del conciliabolo, del patatrac.
    (Edmondo Pinna - Corriere dello Sport)
     


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