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  • Cavernoma: Castan non è primo caso nel nostro campionato

    Cavernoma: Castan non è primo caso nel nostro campionato

    • Federico Ciapparoni
    Le condizioni di Leandro Castan destano preoccupazione in casa Roma. Dopo la diffusione di ieri del bollettino medico, che ha rivelato come i guai fisici manifestati dal giocatore negli ultimi due mesi siano dovuti alla presenza di un cavernoma e di un conseguente edema cerebrale, che obbligherà il giocatore a sottoporsi ad un intervento neurochirurgico, tifosi e dirigenti della squadra giallorossa si interrogano sui tempi e i margini di recupero del difensore brasiliano.

    I TEMPI DI RECUPERO - Maurizio Fornari, Il neurochirurgo all'Istituto Humanitas di Milano, intervistato dalla Gazzetta dello Sport per capire le tempistiche reali di recupero dopo l'operazione, ha dichiarato: "Questa problematica non può avere altro trattamento dell’asportazione chirurgica, la radiochirurgia non è in grado di curarla. L’intervento è delicato, anche in virtù della sede della malformazione. Ma dopo si può tranquillamente prospettare una completa guarigione ed un ritorno all’attività agonistica. In quanto tempo? Nel giro di qualche mese". Parole, quelle del chirurgo, che hanno tranquillizzato l'ambiente romanista.

    NON E' LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE - Per capire meglio come sarà l'iter riabilitativo di Leandro Castan, possiamo prendere ad esempio alcuni sfortunati precedenti. Infatti, non è la prima volta che succede a un giocatore del nostro campionato. In passato era già accaduto che ad alcuni calciatori venisse riscontrato lo stesso problema fisico. Uno di questi è Federico Melchiorri, classe '87, oggi al Pescara. Il giovane attaccante nel 2010, quando indossava la maglia del Giulianova, dovette affrontare la stessa diagnosi fatta al difensore brasiliano. Ieri il giocatore, oggi titolare in Serie B con la squadra abruzzese, attraverso il suo profilo Facebook ha voluto mandare parole di conforto al collega: "Ciao Leo, anche io nel 2010 ho avuto un cavernoma e volevo farti il mio in bocca al lupo, questa cosa non può fermarti. Come vedi ho ricominciato e sono ritornato a giocare in Serie B. Stai sereno e rimettiti". La stessa sorte toccò anche ad Alessandro Corallo al quale, sempre nel 2010, venne diagnosticato un cavernoma. Il giocatore tornò all'attività agonistica qualche mese più tardi con il Perugia. Anche Marco Zanchi, ex difensore del Bologna, nell' aprile 2003 conobbe la stessa malattia. Il giocatore, dopo l'operazione, tornò in campo a ottobre dello stesso anno. Sei mesi di stop, dunque. Poche settimane prima di poter tornare a calcare i campi di calcio e tornare a sentirsi protagonista al 100%.
     

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