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Ce l'ho con... Pallotta, non fare scherzi: cedere Nainggolan ora è una follia

Ce l'ho con... Pallotta, non fare scherzi: cedere Nainggolan ora è una follia

  • Andrea Distaso
Una trattativa complicata, complicatissima, ma che esiste e che solo per questo motivo sta facendo parlare tutta la Roma calcistica. Il futuro di Radja Nainggolan, fino a pochi mesi fa apparentemente legato in maniera indissolubile al club giallorosso, non è mai stato in bilico come in queste ore. Il fatto che, soltanto 6 mesi dopo la partenza ancora rimpianta di Salah, il presidente Pallotta abbia dato il suo benestare alla cessione di un altro pezzo da novanta è un segnale molto preoccupante sulle reali ambizioni di una proprietà che dal suo arrivo ha sempre messo l'aspetto economico davanti a tutto, anche al progetto tecnico. A patto che ne esista uno...

VIA UN ALTRO SIMBOLO? - Quale progetto può esserci in una società che nelle ultime stagioni ha "campato" sulle plusvalenze di mercato garantite da Sabatini prima e da Monchi oggi e che non può permettersi di contare su un'ossatura di squadra per più di due campionati? Perso Totti, con un De Rossi avviato verso la fase crepuscolare della sua carriera, Nainggolan rappresenta oggi il simbolo nel quale si identificano i tifosi della Roma. I suoi rifiuti alle ricche offerte provenienti dall'estero, il suo no a prescindere "all'odiata" Juventus hanno ulteriormente cementato un rapporto che dovrà arrendersi alle logiche del mercato e a quelle di un Fair Play Finanziario che per la Roma continua a essere un fardello inevitabile. La prospettiva di perdere un calciatore così importante addirittura a metà stagione, nel bel mezzo di una corsa per la prossima Champions League messa a repentaglio dalla recente sequenza di risultati negativi, pone ancora più dubbi sulle reali intenzioni per il futuro da parte del presidente Pallotta.

ROMA AL PUNTO DI PARTENZA - Oltre alla costruzione dello stadio di proprietà, asset fondamentale per consentire al club di fare un salto di qualità sul piano dei ricavi e dunque della sussistenza economica, come può una squadra obbligata ogni anno a perdere per strada un paio di pedine importanti e a rinnovarsi continuamente a trovare quella stabilità necessaria per competere ai massimi livelli? Dopo quasi 7 anni di gestione americana, la Roma sembra essere ancora al punto di partenza. Anzi peggio. Le soli voci di una cessione di Nainggolan a metà campionato rischiano di essere un punto di non ritorno. 
 

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