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  • Ce l'ho con... Raiola è il numero uno, ma giù le mani da Fassone e Mirabelli
Ce l'ho con... Raiola è il numero uno, ma giù le mani da Fassone e Mirabelli

Ce l'ho con... Raiola è il numero uno, ma giù le mani da Fassone e Mirabelli

  • Andrea Distaso
Le favole non esistono più. E' bene che anche gli ultimi romantici ne prendano coscienza e si mettano l'anima in pace. E' facile entrare nelle teste dei tifosi del Milan e immaginare quali pensieri alberghino dopo gli sviluppi della vicenda Donnarumma ma noi, che di mestiere facciamo i giornalisti o i cronisti, come si diceva una volta e che per definizione devono raccontare i fatti, non possiamo permetterci di metterci sullo stesso piano di chi, anche in questa vicenda, ha deciso di stare dall'una o dall'altra parte dello schieramento.
Le regole (economiche) del calcio sono chiarissime a tutti e porta a dinamiche come quella relativa al futuro di Donnarumma. Questo sport, esattamente come il mondo dello spettacolo, alimenta un indotto tale che è normale che un calciatore guadagni certe cifre e ambisca a portarne a casa sempre di più e nel contesto più gratificante. Come un attore di Hollywood o una rockstar, il vero motore della propria attività è massimizzare i profitti ed esibirsi sui palcoscenici migliori. E come un divo del cinema o un grande cantante, ci si affida alla persona (o alle persone) migliore possibile per raggiungere i propri scopi. Mino Raiola lo è e lo sta dimostrando anche in questo frangente.

Questa non può e non deve essere la sede per schierarsi al fianco o contro Donnarumma e famiglia, che hanno preso una decisione chiara, forte e coraggiosa, per certi versi, da diverso tempo. E non può essere nemmeno la sede per giudicare la strategia e l'operato della nuova dirigenza del Milan rappresentata da Fassone e Mirabelli. Hanno fatto bene a mantenere la schiena dritta e non subire l'estremo ricatto di Raiola? Forse. Hanno sbagliato la scelta nel modo di approcciarsi a un procuratore così influente e per un giocatore di questa levatura? Può darsi. Ma adesso, per cortesia, non iniziamo ad appiccicare etichette alle persone, parlando di "incapacità", di "inesperienza", quando fino a pochi giorni fa, con toni eccessivamente trionfalistici, si inneggiava a Fassone a Mirabelli per i 4 colpi di mercato già piazzati (Ricardo Rodriguez, Musacchio, Kessie e André Silva). Il calcio è fatto di vittorie e di sconfitte, di grandi intuizioni e di decisioni meno azzeccate, questa è la verità. Le favole sono favole e lasciamole ai bambini.

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