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  • Ceferin: 'Real-Juve? Var inutile, Buffon frustrato. Milan? Regole da rispettare'

    Ceferin: 'Real-Juve? Var inutile, Buffon frustrato. Milan? Regole da rispettare'

    Alexandre Ceferin, presidente della UEFA, rilascia una lunga intervista a la Gazzetta dello Sport, dove parla del Var in Champions League e di Pierluigi Collina, finito nell'occhio del ciclone dopo le parole di Andrea Agnelli post Real Madrid-Juventus: "La Champions è come una Ferrari o una Porsche: non puoi guidarla subito, servono allenamenti, test offline. E tutti devono capire come funziona. E' presto per il Var. Non significa “mai”, il processo è ineluttabile, l’avremo un giorno in Champions League. Ma non c’è fretta".

    Conferma che è presto per il Var?
    "Ho qualche timore per il Mondiale, dove avremo arbitri che non hanno mai diretto con il Var. Spero non succedano scandali o problemi. Ma è un torneo unico, è più facile, come è più facile il campionato con tutti arbitri italiani o tedeschi. Anche la Premier League però ha posticipato. E la Champions è diversa".

    Quanto dovremo aspettare?
    "Il calcio è stato bello fino a oggi anche così, no? Posso pensare che qualcuno voglia vantarsi di essere stato il primo, di passare alla storia. Ma a me non importa che si dica “con Ceferin il Var è entrati in Champions”".

    La Gazzetta ha proposto di introdurla almeno dagli ottavi di finale del prossimo anno…
    "Non sono per i cambi a torneo in corso, le regole devono essere le stesse dall’inizio alla fine. Altrimenti qualcuno potrebbe dire “se c’era il Var due mesi fa…”. Ma poi, scusi, in Real Madrid-Juventus cosa sarebbe cambiato? Niente. C’è chi l’ha vista venti volte quell’azione, io cinquanta, ma per metà è ancora rigore e per l’altra metà no. In Manchester City-Liverpool, invece, sul gol annullato poteva essere utile. Ma poi ci sono altri problemi".

    Quali?
    "Di regole, intendo. Da avvocato conosco le leggi ma anche il fatto che vanno interpretate. Prendiamo il fuorigioco: seguendo alla lettera le regole di oggi, uno che ha il naso lungo sarebbe sfavorito, no? Anche se il naso non lo aiuta a far gol. Dobbiamo quindi valutare le regole e, se serve, chiarirle prima".

    Quando allora il Var in Champions?
    "Realisticamente, nella stagione 2019-2020 potremmo averla in Champions e all’Europeo".

    La decisione di Oliver ha avuto conseguenze. Cominciamo da Buffon?
    "Quello che ha detto non è giusto, non doveva. Però, dal punto di vista di chi ha giocato, capisco la frustrazione e la delusione di chi perde una partita su un rigore al 93’. Senti di aver perso l’occasione. Buffon si può capire".

    Andrea Agnelli ha accusato Collina, chiedendo di cambiare designatore.
    "Ho parlato subito con Andrea e so che ha agito comunque da gentiluomo qual è: non ha insultato nessuno né è stato aggressivo. Anche il delegato ha confermato. Aveva la stessa frustrazione di Buffon e, sebbene presidente, non poteva nascondere le emozioni".

    Si, però Collina…
    "Intanto Collina non ha colpe. È come l’allenatore che sceglie la squadra: seleziona i migliori per vincere, poi possono succedere cose controverse: ma lui che colpa ne ha? E poi non mi sembra sia assolutamente il caso di cambiare designatore, i cicli non sono un problema: Collina mi piace, ha dato tanto all’Uefa, non interferisco mai, decide lui con la sua grande professionalità".

    È vanitoso?
    "No comment… Ma ha il mio totale supporto".

    Si può però parlare di momento difficile degli arbitri?
    "In Europa il livello è altissimo, poi ci sono momenti in cui quelli eccellenti sono tanti oppure meno. Ma il problema vero è che adesso un’azione si vede da sette angolazioni, non che gli arbitri sono meno bravi di quelli di prima".

    Quali sono i limiti del Var?
    "Intanto non tutto è chiaro per tifosi e arbitri: non ce lo possiamo permettere. Poi ho visto alcune situazioni comiche in Germania, FA Cup e anche Italia: per il top dei top dello sport ci vuole il top dei top delle regole. Il tempo deve scorrere veloce e non possiamo farci prendere dal populismo. Dobbiamo risolvere i problemi, non compiacere qualcuno".

    Rischiano di peggiorare i rapporti con l’Eca di cui Agnelli è presidente?
    "Mai stati migliori di oggi. Sarebbe ben strano se bastasse una decisione arbitrale per farli cambiare".

    Ieri l’Italia al completo era qui, da Malagò a Uva….
    "Sì, ma precisiamo che l’incontro era fissato da tre mesi, Real Madrid-Juve non c’entra. Abbiamo parlato di Serie A, di presidenza, di elezioni. E soprattutto dei problemi terribili che avete con le infrastrutture".

    Non ne veniamo fuori…
    "Di fatto non potete neanche ospitare una finale Champions né pensare di organizzare grandi tornei. Questo influisce sulla crescita del sistema. I ragazzi non giocano più per strada, hanno bisogno di campi e centri, altrimenti non si cresce. Davvero non capisco come l’Italia, uno dei quattro grandi paesi di calcio del mondo, abbia di gran lunga le peggiori infrastrutture anche della Polonia, non delle grandi nazioni. Tocca ai politici intervenire: in Italia tutto è fantastico, le città, il calcio è una religione ma…".

    E ci si è messo il Mondiale perso.
    "Ma può essere uno shock salutare, prendetela così. Magari sareste arrivati in semifinale, siete capaci, e avreste pensato che tutti i problemi erano superati. Non è così. Il governo deve aiutare il calcio, i club non possono fare da soli con gli stadi. Questa è la grande sfida che Russia 2018 vi ha lanciato".

    Siamo più bravi dietro la scrivania che in campo?
    "Non direi, anche adesso Juve nei quarti e Roma in semifinale: col Liverpool sarà una partita da sogno e chiunque faccia un pronostico sbaglierebbe. È impossibile. E poi guardate i vostri albi d’oro. Ma è davvero difficile non lavorare bene con un italiano. Di Collina ho detto. Giorgio (Marchetti, ndr) è il vice-segretario e un grande dirigente nel quale credo totalmente. Michele (Uva, ndr) è un mio vicepresidente e un grande alleato. Evelina (Christillin, ndr) è fantastica, ha portato nel calcio la sua sensibilità e anche l’arte, e il calcio è arte: una donna molto interessante. Andrea (Traverso, responsabile Fair play, ndr) ha e dà tanta energia positiva, è straordinariamente accurato e mi affascina la sua bravura nella matematica: io non la amavo".

    E poi Andrea Agnelli, per tornare a discorsi precedenti…
    "Siamo amici, anche se abbiamo a volte opinioni diverse, ma siamo i dirigenti sportivi di altre generazioni: lui è un pragmatico, un businessman sportivo, con il quale ho un dialogo straordinario e costruttivo. Nessuno di noi ha bisogno di calcio per vivere, ma perché lo ama. E comunque io mi sento un po’ italiano".

    Anche geograficamente…
    "Mia madre è nata a Opatje Selo, a due km dal confine. Ho preso da voi la mentalità, siete concreti ma vi emozionate, reagite, urlate".

    Anche per la Champions… Dal prossimo anno la «4X4», poi come cambierà? Qual è il limite alla concentrazione di club dai campionati top?
    "Fino al 2024 non cambierà molto, anche il triennio successivo, 2021-2024, sarà come il prossimo. Poi vedremo. Abbiamo cominciato discussioni strategiche tra tutti sul futuro del calcio, non soltanto del torneo. Naturalmente tutto devono coltivare il sogno di qualificarsi e quindi non possiamo permetterci una Superlega. Dobbiamo solo renderla sempre più interessant"».

    Champions e Fair play finanziario: come si cambia?

    "Servono nuove misure e stiamo coinvolgendo tutti, anche i giocatori. Intanto, limiti alle rose: ma anche nei campionati, sennò paga soltanto la Champions. Poi, limitare o vietare i prestiti: ma non si può fare in Italia dove non ci sono seconde squadre. Il salary cap ha qualche problema legale ma la luxury tax sarebbe praticabile. Dobbiamo essere tutti d’accordo, ma anche i grandi club vogliono questi interventi".

    Preoccupato per Milan e Psg?
    "Parliamo in generale: non vogliamo uccidere nessuno, né gli diciamo “o così o fuori”. Facciamo di tutto per aiutare, di tutto, non siamo la polizia, ma ci sono anche regole da rispettare. E un giudizio indipendente".

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