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  • Cesenamania:| Col senno di poi...

    Cesenamania:| Col senno di poi...

    Col senno di poi, si sa, siamo tutti grandi allenatori. Col senno di poi magari avremmo scommesso sulla Grecia campione d'Europa nel 2004, o più recentemente sulla netta vittoria dello Schalke a San Siro. Probabilmente, col senno di poi, qualcuno avrebbe tenuto maggior riserbo sulle allegre notti di Arcore, così come col senno di poi il buon Robbie Fowler avrebbe di certo evitato di festeggiare un gol sniffandosi la linea di fondocampo prendendosi multa e squalifica.

    Col senno di poi è tutto inevitabilmente più semplice; fatta questa doverosa precisazione, tuttavia, è altrettanto d'obbligo sottolineare che quello del Cesena sabato scorso contro l'Inter è stato un vero e proprio harakiri. Ciò che pesa più di ogni altra cosa, probabilmente, è che i bianconeri la partita l'avevano giocata meglio dei Campioni d'Italia, facendo grande possesso e limitando a zero i pericoli per Antonioli. Come mai, allora, un così clamoroso ribaltone? Accusare Ficcadenti è semplicistico, ed in Romagna sta diventando disciplina olimpica...

    Difficile, però, chiudere gli occhi davanti alla sostituzione di Giaccherini e al conseguente passaggio alla difesa a cinque contro un'Inter che fino a quel momento era stata costretta ad un baricentro bassissimo. Difficile non notare che i due gol di Pazzini (gran bei gol, peraltro) trovano sempre e comunque impreparato Benaluane, marcatore inserito proprio da Ficcadenti sull'attaccante azzurro. Difficile non pensare ad una lettura errata del match da parte del tecnico, convinto di trovarsi di fronte un'Inter a tre punte quando semplicemente Pazzini aveva preso il posto di Eto'o, con il camerunense che si era allargato nella posizione del sostituito Pandev.

    Difficile, insomma, dare grossi alibi a Ficcadenti, che ha sbagliato completamente gli interventi in corsa dopo aver preparato ed affrontato 70 minuti di partita in maniera impeccabile. Peccato per lui, e peccato soprattutto per un Cesena che era praticamente salvo e che ora rischia di subire un contraccolpo psicologico non indifferente. Al tecnico e al suo staff il difficile compito di risollevare morale e fiducia nelle proprie capacità, perché una sconfitta così può fare molto male in vista degli ultimi, decisivi, 270 minuti.

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