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  • Cesenamania:| Gli occhi dell'agnellino

    Cesenamania:| Gli occhi dell'agnellino

    Premessa: probabilmente la sola colpa di Daniele Arrigoni è quella di aver voluto provare a salvare il Cesena. Ma essere profeti in patria è tremendamente difficile, specie se le cose in patria stanno già andando male. Arrigoni, però, ci ha messo coraggio e passione (oltre alle ovvie motivazioni di rilancio professionale) ed inizialmente pareva davvero essere in grado di trascinare i bianconeri fuori da una crisi nerissima. Storie dei primi giorni di novembre, pochi mesi insomma, un passato recentissimo che però nei serrati tempi del pallone diventa ben più remoto. Colpa della matematica, soprattutto, che impietosamente recita un dato da brividi: quattro punti raccolti nelle ultime otto giornate, un ruolino di marcia di 'giampaoliana' memoria, che a questo punto della stagione può essere fatale.

    Ancora una volta, però, è la squadra ad aver deluso: 16 gol subiti nelle ultime cinque trasferte, debacle talmente clamorose da non riuscire a credere che un gruppo di professionisti possa davvero essere così fragile. La fragilità mentale, appunto, il leitmotiv di questa stagione, termine usato ed abusato per attenuare una carenza di carattere a volte imbarazzante, come nell'ultima bruciante sconfitta contro la Lazio. Cerchiamo di essere chiari allora: subire una rimonta del genere in superiorità numerica, così come farsi bucare per tre volte nei primi otto minuti di partita come successo contro la Roma, non rappresenta un problema psicologico, un blocco freudiano che necessita di analisi approfondite. Significa scendere in campo senza il giusto atteggiamento, la giusta voglia, la giusta fame, il doveroso lottare e sudare per la maglia che si indossa. Semplice, chiaro, immediato

    Al Cesena non serve uno psicologo, serve un motivatore, qualcuno che ricordi che ogni contrasto troppo leggero, ogni momento di distrazione, ogni secondo della settimana vissuto senza la giusta grinta è un passo verso una retrocessione che imprimerà in calce i nomi di ogni suo protagonista. Fabrizio Castori, che da queste parti è semplicemente un manifesto del carattere, parlava di 'occhi della tigre' prima delle sfide importanti. Tra pochi giorni al 'Manuzzi' arriverà un Milan caricato dai quattro gol all'Arsenal e in piena lotta scudetto: un'occasione perfetta per dimostrare che anche l'occhio dimesso dell'agnellino abituato a prendere batoste in tutt'Italia, con le giuste motivazioni, può trasformarsi e stupire tutti. A partire proprio da sé stesso.

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