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  • Cesenamania: quando i fischi sono di approvazione

    Cesenamania: quando i fischi sono di approvazione

    La mente non può che ritornare a quattro anni fa, quando sulla panchina di un Cesena tornato in Serie A dopo vent'anni sedeva Massimo Ficcadenti, allenatore mai amato dalla piazza nonostante l'ottima salvezza conquistata. Alla vigilia della sosta invernale, esattamente come oggi, la squadra navigava a vista, sospesa fra crisi di punti e spogliatoio spaccato. Il tecnico veniva preso di mira ad ogni partita casalinga con un vero e proprio gioco al massacro: cori, striscioni, sfottò e anche insulti personali. Durante la settimana la situazione non era migliore. Veniva criticato tutto, da Ficcadenti che eccedeva con il gel per capelli, alla gestione scellerata dei cambi in partita, millantando addirittura rapporti omosessuali all'interno dello spogliatoio. Una contestazione totale, assurda, senza esclusione di colpi. 

    Quattro anni dopo, di nuovo in Serie A, a parità di risultati (quelli odierni in realtà sono anche peggiori) il clima è totalmente mutato. Dopo il triplice fischio che ha sancito l'umiliante sconfitta per tre reti a zero contro il Genoa si è udito solamente un flebile "meritiamo di più" oltre ai canonici fischi che ricorrono sempre quando si perde in casa. Nel post-partita alcuni tifosi hanno espressamente richiesto la conferma di Pierpaolo Bisoli alla guida della squadra, inoltrando la pretesa a Rino Foschi che, preso atto della volontà di questi ultimi, non ha potuto che rinnovare la fiducia al tecnico...almeno fino a Bergamo. La bontà di questa decisione al momento non è sindacabile, tutto rimandato al prossimo fine settimana. In caso di sconfitta anche contro l'Atalanta pero l'esonero non potrà più essere evitato. Già nella serata di domenica in molti hanno notato la parziale sottomissione di Rino Foschi all'umore della piazza, evento più unico che raro per chi conosce il carattere vulcanico del DS romagnolo. Difficile ipotizzare che il rapporto fra Foschi e la società possa continuare a lungo a queste condizioni.

    L'attaccamento e l'affetto mostrato dalla piazza al tecnico porrettano non stupisce, ma ne sorprende l'intensità. Rarissimo che il pubblico si mobiliti per confermare una guida tecnica capace di raccogliere solamente otto punti dopo tre mesi abbondanti di campionato. Si può forse limitare tutto al fatto che Bisoli sia l'allenatore più vincente della storia del club e l'uomo entrato maggiormente nei cuori dei tifosi? No. Più facile che si tratti di una presa di coscienza collettiva di come la rosa sia carente in diversi punti e che solo Bisoli possa riuscire nell'impresa della salvezza. Da non escludere nemmeno la paura di veder subentrare un tecnico dal minor peso specifico, un allenatore selezionato solo sulla base della difficile congiuntura economica in cui versano le casse bianconere. Per alcuni quindi meglio correre il rischio di retrocedere con il proprio beniamino, senza escludere che in caso di Serie B non si riparta proprio dallo stesso Bisoli.

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