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  • Cesenamania:| Segnali di resa?

    Cesenamania:| Segnali di resa?

    Quello che è fuori da ogni dubbio è che quando il Cesena scende all'Olimpico in questa stagione non è mai una partita qualunque; ed è altrettanto certo che tutti quanti in casa bianconera siano felici al pensiero di non dover più tornare in quel della capitale in questa stagione... e forse nemmeno nella prossima. I segnali arrivati nel clamoroso 3-2 contro la Lazio, infatti, partono proprio da qui, da una permanenza in serie A che appare ad oggi molto più lontana di quanto non dica la classifica. Ma torniamo ai segnali, perché sul prato dello Stadio Olimpico ne sono arrivati tanti.

    Il primo è arrivato da Vincenzo Iaquint,a che con un assist e un rigore calciato e segnato, ha fatto capire quale possa essere la sua voglia di riscatto ed il suo conseguente apporto alla causa bianconera. Adrian Mutu non può che ringraziare di avere finalmente un compagno di reparto all'altezza. Il secondo segnale è molto meno lusinghiero, ed è l'ennesima conferma di un gruppo totalmente, assolutamente e incondizionatamente incapace di reagire alle difficoltà; e in ottica salvezza, non saper soffrire, lottare e ribaltare risultati è inversamente proporzionale al raggiungimento dell'obiettivo.

    Perdere a Roma contro la Lazio ci sta, senza alcun dubbio; e a leggere il risultato si potrebbe anche pensare ad una onorevole sconfitta. Ma in realtà il Cesena esce dalla trasferta dell'Olimpico con le ossa rotte e il morale a pezzi. Il motivo è molto semplice: al di là di ogni episodio o di ogni altra valutazione tecnica o tattica, semplicemente una squadra non può trovarsi sul 2-0 e con un uomo in più per un'ora e gettare tutto al vento in soli 17 minuti permettendo agli avversari di segnare tre reti. Chiaro, lineare ed indiscutibile. Non ci sono giustificazioni, non ci sono attenuanti, non ci sono questioni di valori in campo.

    Tornando ai nostri segnali, davanti a sconfitte così clamorose è evidente che, dopo il Novara, i bianconeri siano la squadra più fragile del torneo. Esattamente ciò che rispecchia la classifica. Potremmo parlare dei cambi, di quell'ingresso di Guana per Santana che forse poteva essere già effettuato ad inizio ripresa o quantomeno sull'1-2, quando serviva maggior capacità di rottura nel mezzo; o dell'opposto peso specifico dei tecnici in panchina, con Reja che ha vinto grazie alle mosse a partita in corso, e Arrigoni che al contrario sullo stesso campo ha perso una partita difficilissima da perdere.

    Sono altri segnali, appunto, del fatto che il Cesena sa concedersi il lusso di troppi errori e troppo poca determinazione, anche quando le cose girano tutte per il verso giusto. Ora arriva un match (l'ennesimo) da non sbagliare contro il Catania; un match da vincere senza se e senza ma, in cui dimenticare la mezza umiliazione di Roma. Un match, guarda un po', in cui dare un segnale... possibilmente in positivo.

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