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  • Acquirenti Roma:| Ecco chi è Steve Tisch

    Acquirenti Roma:| Ecco chi è Steve Tisch

    • V.N.

    Un miliardario appassionato di sport, spettacolo e beneficenza. Steve Tisch, l'imprenditore che avrebbe posato gli occhi sulla Roma, viene da una famiglia che ha nel sangue il football, il cinema e la tv. Suo padre, Robert Preston, comprò da Tim Mara nel 1991 la metà della squadra dei Giants di New York. E oggi si calcola che la squadra di football americano valga più di un miliardo e 200 milioni di dollari (circa 900 milioni di euro). Ma se Steve Tisch porta al dito l'anello del Superbowl, che i Giants conquistarono nel 2007, sul caminetto di casa ha anche la statuetta dell'Oscar: nella sua carriera di produttore cinematografico Tisch ha infatti anche guadagnato la statuetta per il film Forrest Gump, che a tutt'oggi rimane fra i primi dieci come record di botteghino negli Usa.

    Un bell'uomo alto e atletico, Tisch è stato sposato a Patricia Keast, da cui ha avuto due figli. Divorziato dopo undici anni di matrimonio, per almeno cinque anni divenne lo scapolo più ambito d'America, ed era noto che aveva girlfriends sia a New York che a Los Angeles. Ma poi la modella Jamie Alxander gli ha fatto mettere la testa a posto: sposati nel 1996, la coppia ha tre figli. Steve vive la vita dorata degli ultramiliardari: la sua famiglia è proprietaria della Loews Corporation, che include società finanziarie, petrolifere e catene di cinema e alberghi. Ma quando era ragazzo, durante l'estate, si guadagnava da vivere lavorando nei cinema della famiglia, in ufficio. Sognava di diventare regista e fece anche l'assistente del grande Otto Preminger, ma poi si è accontentato di produrre pellicole e serie tv molto popolari. Certo, non tutti sono stati successi strepitosi, e lui stesso, dopo il flop di The Postman ('L'uomo del giorno dopo', con Kevin Costner) ha ammesso: 'Mi sembrava che gli amici bisbigliassero dietro le mie spalle per quel fallimento da cento milioni di dollari'. Ma i Giants non lo hanno mai tradito, e difatti non ne perde mai una partita.

    (Il Messaggero)

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