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  • Champions ed Europa League: l'analisi di 2 finali con 4 squadre storiche

    Champions ed Europa League: l'analisi di 2 finali con 4 squadre storiche

    • Antonio Martines
    Nella storia del calcio europeo – almeno da quando non esiste più la coppa delle coppe – non era mai accaduto che in entrambe le competizioni arrivassero quattro finaliste così pesanti per numero di trofei conquistati (20 Champions League, 6 Coppe UEFA, 7 Supercoppe UEFA), per il carico di storia che si portano appresso, ma soprattutto per le sterminate masse di milioni e milioni di fans che da sempre le seguono in tutto il mondo. 

    Real Madrid, Juventus, Manchester United e Ajax sono le regine di ogni rispettiva nazione, il totem più alto e inarrivabile del proprio reame calcistico, ed è un bene che si riaffaccino tutte insieme dopo anni e anni in cui a farla da padrone nelle finali delle coppe europee erano soprattutto le spagnole. 

    Si tratta di una vera e propria boccata d'aria nuova, perché finalmente riacquistano una certa credibilità nell'ordine: il calcio italiano, che dopo la finale (sempre con la Juve) di Champions di due anni fa si ripresenta di nuovo a un appuntamento cosi importante, la Premier League che dopo tre anni di vacche magre piazza in una finale (seppure di Europa League) una corazzata come il glorioso Manchester United e anche e soprattutto per il calcio olandese, che con il mitico Ajax ci riporta con i ricordi a un tipo di calcio che ormai avevamo creduto di aver perso per sempre, un calcio fatto di giovani, idee e programmazione. 

    Due finali quindi che ridanno speranza a tutto il calcio europeo perché, indipendentemente da come andrà la finale di Champions, finalmente spezzeranno la terribile dittatura spagnola che negli ultimi tre anni aveva piazzato ben tre accoppiamenti vincenti in entrambe le competizioni (13/14 Real Madrid-Siviglia, 14/15 Barcellona-Siviglia; 15/16 Real Madrid-Siviglia), quelle del 24 maggio e del 3 giugno saranno quindi due finali che promettono fuochi d'artificio da molti punti di vista, scopriamo quali. 

    Per quanto riguarda la finale di Champions assistiamo a una riedizione di quella che si disputò quasi venti anni fa all'Amsterdam Arena, che per la Juventus assume indiscutibilmente l'aspetto di una vera e propria possibilità di rivincita. All'epoca i favoriti erano proprio i bianconeri, che con la corazzata anni '90 allenata da Marcello Lippi pensava di riconfermarsi campione d'Europa per il secondo anno consecutivo, e invece a imporsi fu uno dei Real meno belli di sempre, che vinse la settima Coppa Campioni della sua storia dopo ben 32 anni di digiuno e lo fece con una delle squadre meno appariscenti della sua sfarzosa storia e per di più con un evidente gol in fuorigioco di Mijatovic, uno che se non avesse segnato quella rete determinante, dalle parti del Bernabeu avrebbero fatto molto presto a dimenticare. 

    Quest'anno i ruoli sono esattamente alla rovescia, con i Blancos favoriti e la Juve nel ruolo di sfidante, ma attenzione però, perché la Champions non è mai stata vinta per due anni di fila dalla stessa squadra e la Juve ha vinto le sue due uniche Coppe dei Campioni sempre contro la squadra campione in carica, senza dimenticare poi che la Juve viene da ben 4 finali consecutive di Champions perse (1997, 1998, 2003 e 2015). Insomma una serie di numeri interessanti sotto molti punti di vista, uno di questi tra l'altro accomuna sia la Juve che l'Ajax ed è il 21, perché tanti sono gli anni passati dall'ultima volta che la Juve si è laureata campione d'Europa, ma anche dall'ultima volta che l'Ajax raggiunse una finale di coppa europea, perdendola proprio contro i bianconeri a Roma nel 1996. 

    Per quanto riguarda invece la finale di Europa League, assisteremo invece a una sorta di nuova edizione dell'eterno scontro tra Golia (Manchester United) contro Davide (Ajax), che tra l'altro è anche una squadra con una forte tradizione ebraica. I numeri sarebbero tutti dalla parte degli inglesi, basti pensare che l'attuale rosa dei Lancieri a inizio stagione è costata complessivamente sui 50 milioni di euro, la metà di quanto i Red Devils hanno speso per il solo Pogba. Poi l'altro tema fondamentale sono i due allenatori: da una parte una star assoluta del calcio mondiale come Mourinho e dall'altra uno sconosciuto che con un gruppo di ragazzini promettenti ha riportato finalmente l'Ajax nel gotha del calcio continentale, entrambi vogliono assolutamente questa coppa per motivi opposti. Il vecchio Mou per dare una sverniciata di gloria al suo mito, per la verità un po' appannato negli ultimi tempi e Bosz per farsi finalmente conoscere soprattutto a livello internazionale, con un eventuale successo che darebbe un'autentica sterzata a una carriera finora piuttosto anonima. 

    @Dragomironero

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