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  • Che fine ha fatto? Elkjaer, il sindaco di Verona dal titolo alla direzione di rete‏

    Che fine ha fatto? Elkjaer, il sindaco di Verona dal titolo alla direzione di rete‏

    • Alessandro Di Gioia
    Ci sono pochi calciatori che hanno cambiato con la loro personalità e il loro modo di giocare la storia calcistica di una squadra, e di conseguenza di un'intera città: il più nobile è sicuramente Gigi Riva, che con il Cagliari tra gli anni '60-'70 arrivò a dominare in Italia partendo dalla Serie B. Senza tornare così tanto indietro nel tempo, l'esempio più lampante è quello del "sindaco di Verona", il danese Preben Elkjaer Larsen. Sindaco perchè, dopo lo storico scudetto vinto nella città scaligera nel 1984-85, fu acclamato come primo cittadino dai tifosi dell'Hellas, innamorati di quel "Cenerentolo" danese dalla prolificità sotto porta devastante.

    IL CAVALLO PAZZO E LE SIGARETTE - Nato nel 1957 a Copenaghen, era un attaccante potente ma agile, devastante palla al piede, tanto da venire soprannominato "Cavallo Pazzo": più volte vicino alla vittoria del Pallone d'Oro (si classificò secondo nel 1985 dietro a "Le Roi" Platini e terzo nel 1986, dietro all'accoppiata Platini-Tigana), aveva un unico vizio, le sigarette. Era infatti un tale fumatore che doveva accendersi sempre una sigaretta tra un tempo e l'altro. Dopo gli esordi in patria, nel Vanlose, si trasferì prima in Germania, al Colonia (dove vinse un titolo da comprimario), poi in Belgio, nel Lokeren, dove realizzò 98 reti in 190 presenze e dove gli diedero il soprannome "Den Gale Mand fra Lokeren", "Il pazzo da Lokeren". Il Verona allenato ai tempi dal mitico Osvaldo Bagnoli si accorse di lui e non se lo fece scappare, pagandolo 2,5 miliardi, una cifra alta per l'epoca. 

    CENERENTOLO NELLA VERONA DELLO SCUDETTO - I tifosi dell'Hellas non vennero delusi:  idolo dei "butei" della tifoseria scaligera, si conquistò subito il coro "Elkjaer sindaco", e disputò una stagione da urlo, contribuendo con le sue reti allo storico primo e sinora unico scudetto dell'Hellas. Indimenticabili due episodi, durante quella stagione: il gol realizzato senza una scarpa alla Juventus, che gli valse il soprannome di "Cenerentolo", e la rete decisiva per il titolo, messa a segno a Bergamo contro l'Atalanta il 12 maggio 1985, giornata storica per Verona. Nelle quattro annate col club scaligero non scese mai sotto le sette reti e disputò inoltre la Coppa dei Campioni, segnando 4 gol dei 5 complessivi segnati dal Verona. Decise consapevolmente di chiudere la propria carriera significativa in gialloblù, nonostante la corte di numerose squadre italiane, tra cui la Juventus: "perché quando hai modo di conoscere ed apprezzare chi soffre con te alla domenica e partecipa alle tue gioie e ai tuoi dolori pur non essendo in campo, ti ci affezioni. E per questo motivo, per rispetto nei confronti di chi mi ha amato e osannato fino ad invocarmi come sindaco di Verona, non ho accettato di vestire altre maglie di società italiane. Il loro rispetto meritava il mio rispetto...". I "Gatti di Vicolo Miracoli", gruppo cabarettistico e musicale di Verona formato tra gli altri da Jerry Calà e Umberto Smaila, dedicarono una canzone scritta cinque anni prima a quella storica impresa dei Mastini, intitolata "Verona Beat".

    WHISKY, DONNE E MOCASSINI - Chiuse la carriera in patria, nel Vejle: oltre al Verona, la nazionale della Danimarca è stata infatti il suo grande amore. Ha vestito per undici anni la maglia della "Dinamite danese", partecipando alla fase finale dei Mondiali 1986, nel quale fu premiato come terzo miglior giocatore (dietro a Maradona e al portiere della Germania Schumacher), e venne inserito nell'undici ideale della competizione. Definito da Brera come "atleta bufalino, un incrociatore, sfondatore impetuoso", torna spesso a Verona, dato che ha svluppato una dipendenza per la città di Romeo e Giulietta. Definito spesso come un "danese napoletano", aveva la passione innata per il whisky e le belle donne, anche se non era dotato di molto stile, visto che indossava i mocassini scalzo, usanza che gli veniva spesso rinfacciata dai compagni di squadra. Il figlio Max, che ora ha 28 anni, è nato proprio a Verona.

    ELKJAER OGGI, TRA TV E FIABA - Dopo aver chiuso la carriera da giocatore, ebbe una parentesi come allenatore del Silkeborg nella stagione 1995-1996, prima di abbandonare il rettangolo di gioco per per intraprendere un ruolo inconsueto per un ex calciatore, il direttore della rete televisiva danese TVS, intervallato alla mansione di commentatore sportivo. Per tutti a Verona però Elkjaer rimane il "sindaco", con Briegel e Galderisi uno degli "uomini della storia": perchè vincere un titolo a Verona, in Italia, è una favola che nemmeno Andersen, scrittore danese autore di capolavori come "La principessa sul pisello", "La sirenetta" e "Il brutto anatroccolo", avrebbe potuto raccontare.

    @AleDigio89

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