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  • Che fine ha fatto? Inseminator Kaviedes: da Perugia al ricovero forzato

    Che fine ha fatto? Inseminator Kaviedes: da Perugia al ricovero forzato

    • Alessandro Di Gioia
    Ivan Kaviedes da Santo Domingo de Los Colorados può fregiarsi di essere stato il primo ecuadoregno a calcare i campi della Serie A, ma è il come l'abbia fatto la vera storia: si tratta infatti di un gran personaggio, che spesso ha preferito dedicarsi ai suoi vizi piuttosto che a rincorrere un pallone. Perugia e i tifosi del Grifone se lo ricordano molto bene, ma non per le perfomances calcistiche.

    DALLA TRAGICA INFANZIA ALLE CATERVE DI GOL - Nato nel 1977, a soli sei anni perse entrambi i genitori in un incidente stradale: trascorse quindi l'infanzia dagli zii, appassionati di pallone, come gran parte del popolo ecuadoregno. Grazie a loro Ivan cominciò a giocare a calcio, mettendo subito in mostra doti offensive ed una tecnica fuori dalla media. I gol furono tanti sin dall'inizio, nell'Emelec, squadra del suo paese, realizzò la bellezza di 43 reti in 34 incontri di campionato. Il suo nome balzò agli onori delle cronache in tutto il mondo e arrivò anche a Perugia, dove ai tempi il presidente dei Grifoni era l'istrionico Luciano Gaucci, che quando si trattava di cogliere occasioni esotiche era pressochè imbattibile. A soli 21 anni dunque Kaviedes arriva in Umbria con grandissime aspettative da parte dei supporter perugini.

    NINE DIVENTA INSEMINATOR - Aspettative che furono puntualmente deluse: la macchina da gol si era infatti trasformata in una macchina da donne. Quattordici misere presenze, quattro reti (di cui tre ad Inter, Juventus e Fiorentina), in compenso tantissime serate. Di lui ci si ricorda solo per il soprannome, "Nine", che utilizzò come appellativo sulla maglia, visto che la numero 9 era già occupata all'epoca da Sandro Tovalieri. Nine di nome, ma non di fatto, Tante le scorribande notturne, tante le donne vittime del suo incredibile fascino latino. Ma con il calcio non ci siamo, tanto che dopo solo una stagione Gaucci decide di cederlo in Spagna, al Celta Vigo. Nel mentre si segnalò alle cronache per una curiosa vicenda, che gli ha garantito anche l’appellativo di “Inseminator”, oltre a quello di "Nine": nel 1999 si trovò infatti al centro di una curiosa vicenda a causa della sua presunta paternità di tre figli, come affermato da tre donne diverse. 

    LO ZINGARO DAL GRAN CUORE - In Ecuador Kaviedes rimane un idolo: grazie ad un suo gol la nazionale sudamericana riuscì a guadagnarsi infatti la prima rassegna iridata, nel 2002, Mondiale di Giappone e Corea del Sud. Nel 2006, ancora con la maglia dei gialli, dopo aver realizzato la terza rete nella vittoria per 3-0 contro il Costa Rica, estrasse dalle mutande una maschera da Spider-Man, per poi indossarla ed esultare. Un omaggio ad Otilino Tenorio, ex compagno di Nazionale morto anch'egli in un incidente stradale, come i genitori di Ivan, solito esultare in quella maniera. Zingaro del pallone, ha vissuto la sua carriera in giro per il mondo, tra squadre e donne diverse: Valladolid, Porto, Crystal Palace e Argentinos Juniors le tappe da ricordare, senza mai convincere troppo.

    I PROBLEMI DI DROGA - Kaviedes è tornato all'onore delle cronache negli ultimi giorni: attualmente militante nelle Aguilas, terza serie spagnola, è finito in una clinica per disintossicarsi dall'abuso di droghe. Secondo El Telegrafo l'attaccante oggi 38enne è stato recluso forzatamente dalla polizia nella struttura situata nella provincia di Los Rios (Ecuador), dal 3 al 15 ottobre. L'ecuadoregno soffre infatti di dipendenza da sostanze psicoattive e stupefacenti, ecco spiegato il provvedimento deciso nei suoi confronti dalle forze dell'ordine locali, che lui ha provveduto in seguito a smentire. Il Nine ha esagerato: in bocca al lupo Ivan, le donne ti aspettano!

    @AleDigio89

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