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  • Che fine hanno fatto? Blanco ed Hernandez, la Cuauhtemina e il Matador

    Che fine hanno fatto? Blanco ed Hernandez, la Cuauhtemina e il Matador

    La rubrica settimanale "Che fine ha fatto?" di oggi è un importante amarcord, per chi, come il sottoscritto, ha vissuto il calcio dei fantastici anni '90: uno sport che si allontana molto da quello che il pallone è diventato al giorno d'oggi. Allora si basava un po' meno sui soldi e sul marketing, ma più sulle emozioni e sulla passione. Impossibile in questo ambito non citare la pittoresca e fantastica nazionale del Messico che partecipò al Mondiale di Francia 1998: a cominciare dalle splendide magliette, una vivace combinazione di rosso, bianco e verde unica nel mondo del calcio, con l'aggiunta caratteristica da parte di Umbro di una filigrana con il volto di un dio azteco, fino alla fantastica coppia d'attacco di quella nazionale, composta da due giocatori che sono diventati un simbolo del Tricolor: Cuauhtémoc Blanco Bravo e Luis Arturo Hernández Carreón.

    LA CUAUHTEMINA DEL RE - Cuauhtemoc Blanco nasce a Città del Messico nel gennaio del 1973: la madre lo chiama così in onore di un imperatore azteco, l'undicesimo e ultimo sovrano dell'antica civiltà messicana. Cresce nelle giovanili del Club America della capitale, uno dei club più prestigiosi dell'America settentrionale e uno dei due più titolati del Paese insieme ai Chivas Guadalajara. In cinque anni di permanenza nella prima squadra, dal 1992 al 1997, mette a referto 103 presenze condite da 15 gol. Le Aquile giallo-blu gli rimarranno però sempre nel cuore, e vi tornerà ben due volte, terminate le esperienze in patria nel Necaxa e nel Veracruz e l'unica esperienza europea, in Spagna, nel Real Valladolid. Per quanto riguarda le squadre di club, ha militato anche negli USA, con i Chicago Fire, i cui tifosi gli affibiarono il mitico soprannome "The King", proprio in onore di Re Cuauhtémoc. Ma è senza dubbio l’avventura con la nazionale Tricolor che ha fatto entrare "El tiburon blanco" nel novero dei calciatori destinati a rimanere immortali: la carriera nel Messico è iniziata nel 1995, ed è stata coronata dalla partecipazione a tre mondiali, nel 1998, nel 2002 e nel 2010. A quello del 2006 non partecipò a causa dei rapporti non idilliaci con il tecnico La Volpe, uno dei motivi che portò all'esonero dell'allenatore messicano. Proprio nella prima competizione iridata disputata, Francia 98, lasciò stupito il mondo intero segnando un gol contro la Corea del Sud smarcandosi tra due giocatori con la sua famosa finta, la Cuauhtemina: una particolare mossa che consiste nell'alzare il pallone tra le due gambe e saltare in avanti, eludendo gli interventi avversari.L'anno scorso alla leggenda messicana è stata concessa un‘ultima partita con la Selección per rendere omaggio alla sua straordinaria carriera, nonostante non facesse più parte del giro dai mondiali del 2010. Al numero 10, secondo cannoniere di sempre del Tri dopo Borghetti, sono stati concessi una quarantina di minuti del primo tempo più un tributo da brividi durante l’intervallo che ha commosso un gremito Azteca.

    EL MATADOR BIONDO - Luis Hernandez nasce invece nella regione di Vera Cruz nel 1968, cinque anni prima del compagno con il quale condividerà parecchie gioie in nazionale. In Messico milita nel Queretaro, attuale squadra di Ronaldinho, nel Cruz Azul, nel Monterrey, nel Necaxa, nel Club América, nel Tigres UANL, nel CD Veracruz e nel Jaguares de Chiapas, nelle quali vince per due volte il titolo di miglior giocatore del Messico nel 1997 e 1998. Anche Hernandez, come Blanco, milita nella MLS, scegliendo i Los Angeles Galaxy: 17 reti in 40 presenze, e una fase di ambientamento non ideale. In nazionale diventa famoso dopo la Coppa America 1997: inconfondibile la sua lunga chioma bionda, abbinata al numero 15, che non abbandonerà mai. Nel 1998 assieme al compagno di reparto porta il Tri a disputare gli ottavi di finale contro la Germania di Bierhoff e Klinsmann, contro la quale segnerà anche una splendida rete.

    BLANCO ED HERNANDEZ OGGI - Ritiratosi ufficialmente dal calcio giocato solo la settimana scorsa, Blanco, oggi 42enne, ha da poco annunciato la sua candidatura a sindaco nel paese di Cuernavaca, nel centro del Messico. La via della politica dunque, per una leggenda vivente: non sarà difficile, visto quello che ha regalato al suo paese, ottenere i voti necessari all'elezione. Hernandez invece ha scelto la carriera di opinionista televisivo: la zazzera bionda, per ovvie ragioni di età, è molto meno folta, ma lo sguardo vivace ricorda il bomber di una volta. "The King" e il "Matador" sono e rimarranno nella memoria di tutti, non solo in Messico.

    Alessandro Di Gioia
    @AleDigio89




     

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