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  • Il rigore di Courtois condanna il Chelsea, ma Conte ha sbagliato tutto

    Il rigore di Courtois condanna il Chelsea, ma Conte ha sbagliato tutto

    • Giancarlo Padovan
    I rigori no, non li possono battere i portieri. Non è una regola del calcio, è il destino del ruolo. Parare, non tirare. A meno che non sia strettamente indispensabile (tipo aver esaurito i giocatori di movimento), a meno che il portiere – e quasi mai lo è – sia più bravo dell'ultimo dei difensori. Il Chelsea ha consegnato la vittoria nel Community Shield all'Arsenal, perdendo dagli undici metri (4-1) dopo essere stato raggiunto sul pareggio (1-1) all'82'. Conte, a bordo campo, se l'è presa con l'arbitro Madley per l'espulsione di Pedro in occasione della punizione che ha generato il gol di Kolasinac (colpo di testa su lancio di Xhaka), ma – ribadito che l'espulsione era sacrosanta - dovrebbe prima di tutto fare autocritica sul proprio operato. Rudiger, inserito al posto di  Marcos Alonso, a meno di un quarto d'ora dalla fine, per arginare Walcott, ha perso la marcatura, al pari di David Luiz, un disastro sulle palle alte.
      
    Ma quello che pesa di più è stata la decisione di far calciare il secondo rigore a Courtois, lo straordinario portiere del Chelsea che ha finito per concludere altissimo (passi troppo lunghi, palla colpita come per un rinvio dal fondo). Nessuno può sapere se sia stata solo una decisione di Conte (può darsi che qualche giocatore non se la sentisse di tirare), tuttavia prima di affidarsi a Courtois sarebbe stato meglio passare per David Luiz oppure Fabregas. L'errore di Morata, invece, è solo da imputare al calciatore (tiro fuori), anche se Cech aveva intuito la direzione.
     
    L'Arsenal, a mio giudizio, ha meritato il successo perché ha giocato di più la palla (possesso, ma anche conclusioni) e l'ha fatto meglio dell'avversario (due tocchi, smarcamenti, velocità, profondità). Nel primo tempo palo di Lacazette (22': tiro a giro, dopo ripartenza 4 contro 3) e un paio di azioni di Iwobi che hanno creato scompiglio nell'area di Conte. Qualcosa è cambiato dopo il 30' quando l'Arsenal ha perso Mertesacker (taglio al sopracciglio sinistro a séguito dello scontro aereo con Cahill) e il Chelsea si è fatto vedere con un paio di conclusioni (uno di Moses e l'altro, da fuori, di Pedro) che hanno fatto traballare Cech. Va detto che, nel finale di primo tempo, ci sarebbe stato anche un rigore a favore del Chelsea per un tocco di Bellerin a Willian sul quale l'arbitro ha optato, invece, per un'ingiusta simulazione.
      
    Certo l'Arsenal, già privo di Ramesy, Ozil, Koscielny, Mustafi e Sanchez, sarebbe potuto naufragare. Al contrario, il ricorso al nuovo acquisto Kolasinac (esterno di sinistra adattato a marcatore, con Monreal centrale) ha dato i suoi frutti soprattutto alla distanza. Eppure sembrava finita già al 47', quando il Chelsea ha aggredito l'Arsenal trovando il gol da azione successiva a calcio d'angolo. Xhaka, peraltro autore di una grande prova, ha rinviato male, alzando una parabola che Cahill ha rimesso dentro di testa. La linea statica di Wenger (bisognava salire al momento del calcio di Xhaka) ha favorito Moses che ha sorpreso Bellerin alle spalle. A quel punto il Chelsea ha preso il controllo della partita, accontentandosi del vantaggio e pensando di gestirlo. In effetti, per venticinque minuti, l'Arsenal ha girato a vuoto, nonostante gli ingressi di Giroud e Walcott (entrambi al 66') al posto di Lacazette e Iwobi. Conte, allo stesso modo, ha avvicendato Batshuayi con Morata (73'). Conoscendo le capacità letali dell'ex Juve e Real Madrid, avremmo potuto assistere alla svolta. Invece, nell'ultimo quarto d'ora, l'Arsenal ha rialzato la testa (grande tiro di Xhaka da fuori area, deviato da Courtois), guadagnando campo e trovando spazi nella trequarti.

    Per me, gli uomini di Conte, oltre che stanchi e ridotti all'osso (inutilizzato Hazard per infortunio e fuori Bakayoko), hanno avuto un calo fisico evidente e questo ha condotto ad una serie di errori, nell'anticipo e in disimpegno, con l'unica eccezione di Kantè. L'espulsione di Pedro (intervento in ritardo sopra la caviglia dell'avversario), che sarebbe stato uno dei rigoristi, ha finito per rappresentare l'episodio-chiave. Dopo il pari, infatti, l'Arsenal ha spinto ancora, mettendo alla frusta i campioni d'Inghiterra. Infine solo i tiri dal dischetto con la nuova, discutibile formula: un rigore per il Chelsea, due per l'Arsenal, altri due per il Chelsea. Nessun errore dagli uomini di Wenger (Walcott, Monreal, Chamberlain, Giroud), solo Cahill a segno per Conte. Finale imperscrutabile, beffardo, non ingiusto.     
     

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